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Berlusconi: La Lega da sola alle elezioni? Un suicidio

Roberto Maroni e Silvio Berlusconi

Berlusconi: "Credo in un accordo, ma se Maroni non ci sta le conseguenze politiche sarebbero pesanti. A rischio le Regioni e mille amministrazioni"

Andrea Tempestini
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  Un ordinario sabato da stakanovista per Silvio Berlusconi. Una maratona elettorale corsa prima in videochat con il Corriere.it e poi su diverse televisioni locali. Il Cavaliere ha chiuso la porta a Monti ("Ora è impossibile collaborare con lui. Sono disponibile a una grande coalizione, ma senza Monti"), ha apostrofato Monti, Fini e Casini come il "trio sciagura", quindi ha parlato di Gerard Depardieu e di fisco, affermando di condividere la scelta dell'attore, che cerca di sottrarsi a un fisco che gli chiede un tributo al di là di ogni logica. Ma tra tutti questi temi, uno più degli altri appassiona Berlusconi e catalizza le sue attenzioni: l'alleanza con la Lega Nord. "Presto l'accordo" - In mattinata il Cav aveva annunciato: "Domani ci sarà un accordo". Quindi spiegava che "la Lega non chiede un premier diverso da me, chiede che si indichi il leader della coalizione e che successivamente, dopo la vittoria, i vari partiti scelgano insieme un possibile loro candidato". Frasi concilianti, alle quali aveva fatto da controcanto il cinguettio di Maroni su Twitter: "Noi siamo alleati delle forze che si oppongono a Monti". Una frase che suona come una definitva apertura al Pdl targato Berlusconi, fiero oppositore delle politiche del Professore. "Cadono le giunte" - Ma (invertendo il canonico ordine proverbiale), dopo la carota è arrivato il bastone. Berlusconi ha le idee chiare, e le espone al Carroccio di Roberto Maroni: "Io penso che sia del tutto insensato e suicida per la Lega andare da sola alle elezioni - ha dichiarato in un'intervista alla televisione lombarda Espansione Tv -. Andrebbe incontro a una sconfitta sicura, e anzichè uscire con l'identità rafforzata finirebbe per essere irrilevante. Soltanto alleandosi con noi, Maroni avrebbe forti percentuali di vittoria. Altrimenti, se consegnassero la Regione alla sinistra, cadrebbero anche le giunte regionali di Piemonte e Veneto, e altre 100 amministrazioni del Nord dove ora governiamo assieme". Contro l'Europa - In un colloquio con Telenord, il Cavaliere si è scagliato nuovamente contro le politiche di austerity imposte dall'Europa, in primis dalla Germania di Angela Merkel: "Dobbiamo andare in Europa a convincere queste teste dure che questa politica è sbagliata, non solo per l'Italia, ma per tutti i Paesi del Mediterraneo. Occorre convincere la Merkel - ha rincarato Berlusconi - che la Bce deve diventare una vera banca centrale. Altrimenti, e non lo dico io ma Soros e premi Nobel per l'Economia che ho ospitato a inizio estate nella mia Università, tra due o tre anni, questi Paesi non decideranno ma si vedranno costretti a tornare alla moneta nazionale". Presidenti della Repubblica - Tornando a parlare di politica italiana, Berlusconi ha ricordato come "al mio governo è stato sempre difficile avere dal capo dello Stato l'autorizzazione per un provvedimento a farlo sotto la forma del decreto legge. Tutti i governi hanno dovuto fare il braccio di ferro con il Capo dello Stato, per me in particolare che ho avuto la sfortuna di lavorare con tre successivi presidenti della Repubblica tutti di sinistra, e che non guardavano certamente con simpatia all'operato del governo".  

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