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Fini, la lista dei montiani Pdl rischia di lasciarlo a casa

I futuristi speravano nel Porcellum per essere ripescati tra i primi trombati. Ma se non supereranno "Italia popolare" resteranno fuori

Giulio Bucchi
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di Tommaso Montesano Fabio Granata, il pretoriano d'assalto di Gianfranco Fini, gonfia il petto: «Saremo presenti a testa alta con il nostro simbolo e la nostra classe dirigente alla Camera dei deputati». Il simbolo è quello di Futuro e libertà, che alla fine il presidente della Camera ha deciso, seppur obtorto collo visti i sondaggi disastrosi, di schierare nella contesa elettorale. Del resto, si sono detti gli strateghi finiani Porcellum alla mano, basta che la coalizione centrista di Mario Monti raggiunga l'8% e il gioco è fatto. In quel caso, infatti, entrerebbe in funzione il meccanismo di ripescaggio in base al quale entrerebbero alla Camera anche i rappresentanti della prima lista rimasta sotto la soglia del 2%. Una certezza che da ieri è un po' meno granitica. Per colpa, ecco il paradosso, proprio di quei «montiani» del Pdl che Fini punta a intercettare. Dalle colonne del Messaggero, infatti, Giuliano Cazzola, uno dei fuoriusciti dal Pdl, annuncia la novità: «Stiamo provando a vedere se si può fare una lista alla Camera. Si chiamerà Italia popolare per Monti e vorremmo presentare nome e logo domani (oggi, ndr) o lunedì». Obiettivo: fungere da «calamita per molti astensionisti e per molti elettori che hanno creduto nel Cavaliere, ma adesso basta». Il vicepresidente della commissione Lavoro fa anche i nomi dei possibili compagni di viaggio: Mario Mauro, Franco Frattini, Isabella Bertolini, Santo Versace, Giustina Destro, Fabio Gava, Alfredo Mantovano, Gennaro Malgieri, Gaetano Pecorella e Giorgio Stracquadanio. Una lista che, così composta, avrebbe tutte le carte in regola per raccogliere più consensi di Fli, visto che il partitino di Fini veleggia intorno all'1,5%.   

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