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Dl taglia firme, "sì" in tempo record al Senato

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Via libera in Senato alla conversione in legge del decreto. Un ostacolo in meno verso le urne per i nuovi movimenti, da quello di Beppe Grillo e fino a La Russa

Andrea Tempestini
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Alla fine è arrivato il via libera in tempi record dell'aula del Senato alla conversione in legge del dl firme. L'assemblea di Palazzo Madama ha approvato, in mezz'ora, il decreto che riduce al 25% le firme necessarie per la presentazione delle liste alle prossime elezioni politiche per i movimenti e partiti che non sono presenti in Parlamento. Il decreto quindi è legge. E il percorso per Beppe Grillo, Ignazio La Russa e tutte le nuove formazioni politiche, in vista delle prossime elezioni, diventa più agevole. Numero legale - Nel corso delle operazioni di voto, la Lega Nord ha chiesto per due volte la verifica del numero legale e in entrambi casi il risultato è stato positivo. In dichiarazione di voto, il leghista Sergio Divina ha spiegato che il gruppo del Carroccio ha ritirato tutti i gli emendamenti e ha annunciato l'astensione. "Il principio però andava salvato, quello della legalità - ha detto in aula - serviva la maggioranza assoluta dei membri in aula, eravamo convinti che servisse il numero legale. Adesso questo provvedimento non avrà impugnazioni".   Francesco Rutelli (Api) ha espresso "apprezzamento per il punto di equilibrio trovato alla Camera", quello che riduce le firme a 30mila.

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