Ecco l'unico vero programma del Prof: il terrorismo fiscale
Secondo Monti la pressione fiscale non si può abbassare: ci preclude ogni ripresa
di Davide Giacalone Gli obiettivi politici di Mario Monti erano due: a. affermare che la salvezza dell'Italia passa dalla scomposizione del bipolarismo; b. mettere in chiaro che la si ottiene partendo dalla demolizione del polo costantemente più votato, quello di centrodestra. Per piantare questi due paletti, però, s'è lasciato un po' troppo prendere la mano. Prima s'è paragonato ad Alcide De Gasperi, che sarebbe anche lecito (sono gli altri che giudicano), se non fosse che ha paragonato l'Italia del 2011 a quella che, fascista, aveva appena finito di perdere la seconda guerra mondiale. Poi ha proclamato immodificabile, nel peso e nella struttura, quindi in tutto, la pressione fiscale. La prima cosa, grazie al cielo, è grottesca. La seconda è pericolosa, nonché preclusiva di ogni possibile ripresa. Il nuovo alcide Lasciamo perdere la guerra, anche perché il novello De Gasperi sarebbe uno dei nominati e prescelti dal governo fascista, senza contare che l'Unione europea da lui descritta sarebbe simile alla riunione delle potenze vincitrici, laddove suona bestemmia l'accostamento, sotto qualsiasi punto di vista lo si esamini. Archiviamola fra le frasi a effetto, capaci solo di fare un certo effetto. Assai più preoccupante la perseveranza nel moralismo fiscale, sconfinante nel terrorismo. Quando Silvio Berlusconi dice: aboliremo l'Imu sulla prima casa, noi osserviamo che di promesse abbiamo vuote le tasche, sicché abbia la compiacenza di dire come, senza lasciar nel vago le fonti di gettito sostitutivo. Ma quando Monti risponde: chi propone di abolire l'Imu (sempre sulla prima casa) si assume la responsabilità della rovina, noi suggeriamo al professore di tornare a dare qualche numero, senza degradarsi a comiziante festivo. Inoltre gli ricordiamo che il suo governo ha appena varato la Tares, ovvero la tassa che merita la spazzatura, che è un'ulteriore patrimoniale incentrata sugli immobili. Tumulando gli italiani dentro le loro mura non c'è alcuna salvezza, ma solo una gelida rincorsa contabile al termine della quale saremo più poveri e con un debito più alto. Mi dispiace, sarebbe stato bello il contrario, ma questo è il bilancio del 2012, nonché del governo che il professore ancora presiede. Monti ha una spiccata tendenza a considerare offese alla sua augusta persona tutte le osservazioni che non cancellino la realtà e non pratichino l'inchino. È pur disposto ad ammettere che accrescere la pressione fiscale è stato doloroso, ma aggiunge che è comunque doveroso. Morte in agguato Ecco, credo sia un errore, credo che quel genere di politica conduce a morte economica. E il fatto che la si sia praticata supponendo di avere avuto a che fare con potenze vincitrici di una guerra, anziché con Paesi amici, in un comune e paritetico sforzo federativo, aggrava notevolmente il significato dell'errore. Mi rattrista che se ne offenda, ma poco me ne cale. E, del resto, se la mettiamo su questo piano è un'offesa all'intelligenza collettiva il volere annettere a proprio merito, come Monti ha fatto, l'andamento dello spread. Primo, perché nessun governo italiano sarà mai così potente da cambiare l'andamento degli spread anche in Spagna e in Grecia. Secondo, perché lo spread è calato dopo il suo insediamento, nel novembre del 2011, ma è considerevolmente risalito dopo, nel corso dell'estate, superando i 500 punti, per poi ridiscendere. Cos'è, in estate erano in ferie le potenze vincitrici e gli estimatori del montismo? Cerchiamo di non dire spropositi. Il punto di svolta è stata la politica della Banca centrale europea, intendendosi per tale non gli acquisti, ma lo scudo. Monti ha importanti meriti, non li seppellisca sotto la spocchia. Le responsabilità dell'ex primo ministro Berlusconi e del suo governo a noi sono chiarissime, e le denunciavamo quando ancora Monti si esprimeva in termini diversi. Ma non bastano a considerare l'asfissia fiscale quale unica alternativa. Stia attento, Monti, perché è vero che il bipolarismo fasullo e muscolare ha protratto irragionevolmente gli anni del non governo, ma se la sua scomposizione passa per così smodata e scomposta propaganda, nonché per il perseverare nel moralismo fiscale, sarà arduo decidersi su quale sia la cosa peggiore. Anche il bue e l'asinello avrebbero riscaldato meno, se dissanguati preventivamente.