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Monti: "Non mi schiero con nessuno, ma sono pronto a governare"

Giulio Bucchi
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Mario Monti pronto a governare ma senza rischiare di non prendere voti. Il botto lo ha riservato nel finale della sua conferenza stampa a Palazzo Chigi, con i giornalisti parlamentari italiani. La domanda scontata era: "Si candida o no?". E il prof è stato sibillino: "Non mi schiero con nessuno, ma sono pronto a essere punto di riferimento e guida in Parlamento se i partiti decidessero di affidarmi l'incarico". Come dire: partiti ci mettano la faccia, magari con il mio nome (un "Per Monti premier" già ragione sociale di Udc e montezemoliani), raccolgano loro i voti necessari e poi io ci metterò la firma. E la poltrona. L'obiettivo è chiaro, anticipato nell'intervista a Repubblica e intuibile in vari passaggi del suo discorso natalizio, decisamente anti-Berlusconi: raccogliere Pd e Casini, Bersani e "Centrino" ed escludere il Pdl e soprattutto il Cavaliere, magari facendogli terreno bruciato intorno e attirando qualche deluso del Pdl. Monti non si candida ma è pronto a fare il premier: è giusto? Votate il sondaggio Alleanza aperta - Non a caso, Monti parla "cambiamento ed Europa" come parole-guida del documento programmatico evocato dal premier, che chiarisce: "La nostra agenda non è indirizzata al centro, alla destra o alla sinistra ma modestamente erga omnes verso chiunque vi trova interesse e la considera". "Ci sarà una modalità interattiva" per arricchire quello che presenta come "contributo a una riflessione" sottolineando che "ci vogliono coalizioni ampie, almeno su alcune materie". Ma le mani sono libere: "Non sarò candidato in un particolare collegio, anche se dovessi essere legato a un particolare partito politico. Sono senatore a vita, quindi non posso. Se una o più forze politiche, che anch'io trovi convincente, manifestassero il proposito di candidarmi presidente del consiglio valuterei la cosa". I confini della maggioranza - Maggioranza aperta, sì, ma con confini ben precisi soprattutto a sinistra. "Il presidente Nichi Vendola ha detto di me recentemente che sono un liberale-conservatore. Liberale sì, ma conservatore io penso che sotto molti punti di vista lo sia lui. Nella mia agenda c'è molto pink e molto green ma sul tema del lavoro i conservatori non siamo noi. Comunque ieri Vendola ha chiesto a Bersani di prendere le distanze dall'agenda Monti. Penso che Bersani rifletterà sull'aderire o meno...". E chiude con una carezza al segretario Pd: "Bersani è un più che credibile candidato premier di una coalizione, io non sono a questo stadio candidato di nessuna coalizione". Gli basterà aspettare l'esito del voto.

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