Albertini corre in Lombardiae sfascia l'intesa Pdl-Lega
Gabriele conferma la candidatura in solitaria e l'asse del Nord scricchiola: "Non condivido il populismo del Carroccio. Maroni? È già fuori dai giochi"
di Massimo Costa «Caro Silvio, non accetto». Per rifiutare l'offerta di un posto da capolista al Senato, Gabriele Albertini ieri ha scritto una lettera a Silvio Berlusconi, definito «egregio presidente e simpaticamente Giove Ottimo Massimo». L'ex sindaco di Milano, oggi europarlamentare azzurro, tira dritto: il 24 febbraio correrà in Lombardia per diventare il successore di Roberto Formigoni. Con o senza il Pdl. «Non condivido l'alleanza con il populismo della Lega Nord» scrive Albertini al Cavaliere, «non posso tradire le migliaia di cittadini che si sono già offerti di correre con me questa corsa e le persone generose che hanno già versato ingenti finanziamenti per la campagna». Eppure, in casa Pdl, il passo indietro di Gabriele Albertini è considerato la mossa in grado di ricostruire una volta per tutte l'asse del Nord con la Lega: Berlusconi candidato premier, Maroni candidato governatore. Con l'ex sindaco in campo, al contrario, la strada del leader leghista verso il Pirellone si complica. E la Lega potrebbe decidere di rompere una volta per tutte con gli azzurri, scegliendo la corsa solitaria sia al Pirellone che a Roma. (...) Come spiega Massimo Costa su Libero di domenica 23 dicembre, le mosse in Lombardia della "scheggia impazzita", Gabriele Albertini, rischiano di far saltare l'intesa tra Pdl e Lega. L'ex sindaco di Milano conferma la candidatura in solitaria, e l'asse del Nord scricchiola: "Non condivido il populismo del Carroccio. Maroni? E' già fuori dai giochi". Leggi l'approfondimento su Libero di domenica 23 dicembre