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Se il Prof correconsegna il Senatoa bersani e Vendola

Mario Monti

La candidatura potrebbe garantire la vittoria alla sinistra in entrambe le Camere: in Lombardia, Veneto, Sicilia e Lazio, le liste del bocconiano possono sottrarre seggi al Pdl

Ignazio Stagno
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  Pier Luigi Bersani fa gli scongiuri: guai se Mario Monti ci ripensasse. Se decidesse di non gettarsi nella mischia elettorale. Proprio adesso che il leader del Pd, oltre che alla vittoria alla Camera, già pregustava anche quella, più incerta, al Senato. La possibile discesa in campo del presidente del consiglio, infatti, ancorché spacciata per il tentativo di unire i «moderati», avrebbe l'effetto paradossale di consegnare su un piatto d'argento all'alleanza Pd-Sel anche l'assemblea di Palazzo Madama. Dove i premi di maggioranza, al contrario di quanto previsto per la Camera, sono assegnati a livello regionale. Per avere la certezza della maggioranza assoluta, Bersani e Nichi Vendola devono vincere in tutte le Regioni. Ipotesi considerata dalla maggior parte degli analisti molto difficile, soprattutto se Pdl e Lega riuscissero a trovare un accordo in grado di resuscitare l'alleanza. In quel caso, Silvio Berlusconi e Roberto Maroni avrebbero ottime probabilità di spuntarla almeno in Lombardia e Veneto. E senza Lombardia e Veneto, ha confermato il politologo Roberto D'Alimonte, «Pd e Sel non avrebbero la maggioranza al Senato». Lo scenario cambierebbe, però, se nella partita entrasse un terzo giocatore: Monti, appunto. Il suo ingresso in campo, infatti, avrebbe l'effetto di rinforzare la galassia centristra, che conta proprio sul Professore per individuare quella leadership in grado di fare da collante tra realtà che finora hanno marciato in ordine sparso. «Mettiamola così. A meno di una rivoluzione, il centrosinistra ha praticamente in mano la vittoria alla Camera», spiega a Libero Nicola Piepoli, presidente dell'omonimo istituto di ricerca. E questo perché a Montecitorio basta ottenere un voto in più degli avversari per portare a casa l'intera posta. Ovvero il 55% dei seggi dell'assemblea. E con i numeri attuali, nonostante i segnali di rimonta lanciati da Berlusconi, appare problematico impedire al duo Pd-Sel di controllare la Camera, spiega Tommaso Montesano su Libero di sabato 22 dicembre. Alla Camera Pd e Sel avranno gioco facile. Al Senato le cose si complicano perchè saranno detrminanti i voti di Lombardia, Lazio, Veneto e Sicilia. Il centrodestra in queste regioni è più forte e potrebbe giocare un brutto scherzo a Bersani.    Continua a leggere l'articolo di Tommaso Montesano su Libero di sabato 22 dicembre  

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