Per scendere in campo Monti aspetta i Maya
Il premier fa slittare la conferenza stampa in cui avrebbe dovuto parlare del suo destino. Più che una decisione, l'Annunciazione. Qualunque cosa sceglierà, non sarà la fine del mondo
di Mario Giordano Dalla profezia dei Maya alla profezia di Montizuma: che disdetta, proprio adesso che il premier ha deciso, arriva la fine del mondo. 21 dicembre 2012, a Roma erano in programma due appuntamenti importanti: la conferenza stampa di fine anno della Presidenza del Consiglio e l'Apocalisse. Quest'ultima ha avuto la precedenza e dunque l'appuntamento con i giornalisti è stato rinviato. Monti, si sa, ha da sempre un certo rispetto per il Giudizio Universale. Non foss'altro che gli ricorda molto la seconda rata dell'Imu. Voi capite però che c'è davvero da rimanere sconvolti: perché va bene morire nella catastrofe finale, quello che è insopportabile è morire senza sapere che cosa farà Monti. Ci travolgano le acque, ci sconquassino i terremoti, ci colpiscano frotte di meteoriti: ma per favore non lasciateci più nell'incertezza sulla lista Montezemolo-Riccardi. Ci mangino le cavallette, ci soffochino le tempeste tropicali, ci brucino i fuochi eterni: ma vi supplichiamo, siate buoni, diteci con chi sarà alleato il Fli. Lo vedete? Non ci interessa nemmeno più il nostro futuro. Quello che interessa è il futuro dei centristi. Monti si candida? Non si candida? Lista unica? Più liste? Animatore o federatore? Candidato premier o rieletto senatore? Il mondo non può vivere senza saperlo. E forse per questo finirà. Ma certo che questi Maya sono proprio cattivi, più cattivi dello spread. Dovevano fare finire il mondo proprio mentre il premier stava pensando a come fare finire il governo? La loro profezia è nota, quella di Montizuma rischiamo di non conoscerla mai, causa Armageddon. E pensare che è da giorni che i sacerdoti della setta centrista stanno facendo la danza della sopravvivenza attorno al totem di Palazzo Chigi, organizzano sacrifici di loden verdi, scrutano nelle ceneri dell'economia per cercare di carpire la volontà del Supremo Professore, gran maestro dell'Imposta aggiunta e pontefice massimo della sacra torchiatura. “Hai visto? Ha sollevato un sopracciglio: vuol dire che si candida”. “No, si è seduto sulla sedia in fretta: secondo gli aruspici vuol dire che non si candida”. “Ha piegato leggermente il capo verso sinistra: un accordo con Bersani?”. “No, si è toccato la spalla destra: forse trova l'intesa con Alfano…”. E poi tutti a interrogarsi: sarà nervoso? Sarà arrabbiato? Avrà litigato con Napolitano? Avrà litigato con suo cugino? Per colazione avrà scelto fette biscottate o frollini? E la digestione tutto bene? Da settimane ormai la vita politica del Paese è ferma attorno a queste questioni fondamentali. Ieri per esempio il premier ha incontrato Casini, che appena è uscito ha convocato una conferenza stampa per dire: Monti ha deciso, parlerà. Al summit ha partecipato anche il ministro Riccardi, che ai giornalisti ha annunciato: Monti ha deciso, parlerà. Invece Franco Frattini all'incontro non ha partecipato, però ci ha tenuto anche lui a far sapere a tutti: Monti ha deciso, parlerà. Ci mancano solo San Giovanni Battista e l'Arcangelo Gabriele, e poi l'annunciazione è completa: Monti ha deciso, parlerà. L'abbiamo capito. Ma quando? Non domani, ma sabato o domenica, cioè subito dopo la fine del mondo. E se le trasmissioni saranno interrotte abbiate pazienza: i satelliti non ne vogliono sapere di funzionare, quando c'è l'Apocalisse. Voi capite l'amarezza. Il popolo italiano non si dà pace, è tormentato dalle domande fondamentali del momento: usciremo dalla crisi? Che cosa c'è dopo la morte? Chi condurrà il festival di Sanremo? Ci sarà mai un altro Gei Ar come quello di Dallas? Con quanti punti di vantaggio la Juve vincerà lo scudetto? E il Torino riuscirà a salvarsi? Ma soprattutto: che cosa farà Monti? Ecco quest'ultima soprattutto. Si sono viste nelle ultime settimane intere famiglie incapaci di prendere sonno, città piene di sonnambuli che si aggiravano per le vie del centro ripetendo come un mantra “che cosa farà Monti?”, sono stati organizzati sessioni notturne, dibattiti fiume, riunioni condominiali per cercare di sciogliere l'amletico dubbio. Scene incredibili: bambini che tempestavano i genitori “perché non mi dici che cosa fa Monti”, senza placarsi neppure all'offerta del terzo lecca lecca. Gli studenti hanno occupato le scuole perché pretendevano di sapere del loro futuro, ma soprattutto del futuro di Monti. E persino nelle scuole materne il tema è stato al centro del dibattito, subito dopo la consueta lezione sui Bund tedeschi. Il nipotino del premier, Bimbo Spread, è riuscito a sottrarsi all'interrogatorio solo perché stava preparando una relazione sull'andamento dell'Euribor nello scenario della profezia Maya. Ora voi capite che tanta attesa non può essere delusa: su che cosa starà riflettendo Monti? Quale ricetta magica starà preparando con Montezemolo? Quale meraviglia sconosciuta combinerà con Riccardi e Dellai? La nostra salvezza , è chiaro, non dipende dalla profezia dei Maya, ma da quella di Montizuma. Per cui vorremmo chiedere a Napolitano, infrazione per infrazione, se non può intervenire per modificare anche un po' la Costituzione dell'universo. Tanto ha i superpoteri, no? Dopo aver stabilito la data delle elezioni, dunque stabilisca anche la data dell'Apocalisse, magari dopo una rapida consultazione con i gruppi parlamentari e il partito degli astrologi: la fissi quando vuole, 24 febbraio o 2 marzo, non importa. Purché ciò avvenga dopo che Monti ha comunicato al pianeta intero quello che ha deciso di fare. E pazienza se quello che ha deciso di fare, nonostante la grande attesa, non sarà la fine del mondo.