Fini non molla la poltrona e attacca:"Mi ricandido", e al Cav "l'orrido sei tu"
Non ci sta a farsi da parte. Gianfry vuole un altro giro di giostra e si ricandida. Poi attacca Silvio. Fini ormai si dimena per evitare un flop terribile
Gianfranco Fini ora getta la maschera. Dopo essere stato messo da parte ieri nella riunione del "centrino" con Mario Monti, oggi parla, attacca tutti e annuncia di non voler mollare la poltrona. Lui è in parlamento dalla prima glaciazione terrestre e ora vuole rinnovare la tradizione. "Sarò candidato anche nella prossima campagna elettorale. Sto lavorando per la creazione di quello schieramento, coalizione o lista che si rifà all'azione del presidente Monti, auspicando che prosegua nella prossima legislatura arricchendo l'agenda con riforme strutturali che non potevano essere fatte con governo Monti, per favorire crescita e garantire un futuro per l'Italia in sintonia dell'esigenza di rilanciare l'economia". Ecco come Gianfry ha scelto di ripresentarsi ai nastri di partenza. Duro a morire - "Mi ricandido perché non credo che debba valere un tetto ai mandati". Ecco ora il Fini duro a morire e in questo non è molto diverso dai "delegati" del Pd come Bindi&co. E a questo punto passa alla resa dei conti con Berlusconi e lo attacca a muso duro. "In questa sede non credo che abbia molto senso rispondere, da parte mia. Di cose orride non ne ho viste molte: ancora non ho avuto modo di vedere Berlusconi sul suo banco di deputato, anche questa è una cosa orrida, mi sembra una cosa orrida". Una risposta secca al Cav che lo aveva definito una "persona orrenda". Infine ne ha pure per le probabili alleanze del centrodestra: "Quando sento dire da Berlusconi che dobbiamo fare l'unione dei moderati e poi dialoga per una unione stretta con la Destra di Storace e la Lega di Maroni, mi cheido cosa voglia dire moderati". Insomma "Mister 2 per cento", Fini, comincia ad avere paura di restare fuori e quindi mette le cose in chiaro: lui c'è. E dopo soli 29 anni che è in parlamento si prefare a fare 30 e 31. Alla faccia del ricambio generazionale.