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Casini inganna il Prof: Monti fa un centrino, quattro liste per lui

Giulio Bucchi
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A forza di tessere la sua tela, Pierferdinando Casini ha incastrato il premier: Mario Monti si farà il centrino. Sabato o domenica il professore scenderà ufficialmente in campo e farà endorsement ai moderati. Senza il Pdl, però. Silvio Berlusconi martedì sera a Porta a Porta l'ha anticipato: "E' stato Casini a far saltare l'accordo con Monti", definendo poi il leader Udc "persona orrendissima" (come Fini), e chiarendo che se nel gruppo dei moderati ci sarà Pierferdy, allora Silvio andrà da un'altra parte. E finirà così, infatti. Quattro liste per Monti - "Non starò fermo, è una questione morale", avrebbe confidato ai suoi Mario rispondendo a distanza alle pressioni in senso contrario di Massimo D'Alema e replicando pure alle proposte di impegno post-voto di Berlusconi. Sono quattro le liste pronte a scendere in campo a sostegno del premier. L'Udc, naturalmente. Poi Futuro e Libertà, visto che Fini al di là del grande impegno dimostrato nel ribaltare il governo del Cavaliere e favorire l'avvento dei tecnici non ha praticamente alternative se non vuole sparire dal Parlamento. E poi? C'è Verso la Terza Repubblica, la creazione che Luca Cordero Montezemolo presenterà ufficialmente mercoledì le liste di Italia Futura. E poi? Il resto della truppa Monti lo raccoglierà dai transfughi del Pdl, i "montiani" che si trovano in disaccordo con alcuni punti del programma di Berlusconi. L'agenda sarà la solita: tasse e rigore, magari con un po' più di crescita perché altrimenti si muore. Intanto, però, è già tempo di "consultazioni": mercoledì mattina il premier ha ricevuto a Palazzo Chiti proprio Montezemolo, non è difficile capire perché né di cosa stiano discutendo. Prospettive grame - Ma quale bottino spera di raccogliere Mario? Con i suoi collaboratori più stretti (che ritroveremmo in'eventuale squadra di governo), tra cui i ministri Enzo Moavero e Andrea Riccardi, qualche numero è volato: obiettivamente, senza farsi troppe illusioni, il 15% è limite difficilmente superabile. E come si fa a governare così? Semplice, toccherà stringere alleanze e facendo due più due è scontato pensare a un'intesa a sinistra con il Pd di Pierluigi Bersani. Qui però nasce il paradosso: Monti, avversario del segretario democratico e candidato premier, dovrà sperare che il Pd esca dalle urne con almeno il 30%, col risultato di poter andare (forse) al governo ma in posizione subordinata. Che il Prof abbia sbagliato i conti?

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