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Elezioni, la nota del Pdl: "Votiamo due settimane dopo"

Giulio Bucchi
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Il Pdl chiede di votare due settimane dopo la data più probabile, quella del 17 febbraio. Il problema, spiega una nota del settore elettorale del partito, verrebbe dal voto degli italiani all'estero: "Se la data del voto fosse quella ipotizzata del 17 febbraio, più di 4 milioni di cittadini italiani residenti all'estero potrebbero non vedersi recapitare in tempo utile i plichi contenenti le schede elettorali". "Il complesso lavoro di bonifica degli elenchi affidata ai Consolati esteri, che normalmente necessita di almeno quattro settimane, calcolando la data del voto al 17 febbraio - spiegano dal Pdl -, non lascerebbe il tempo necessario ad effettuare correttamente la convocazione degli aventi diritto al voto. Ne conseguirebbe un caos nei giorni del voto, che all'estero è ulteriormente anticipato di circa venti giorni, con decine di migliaia di cittadini italiani impossibilitati ad esercitare il loro diritto".  Meglio votare il 17 febbraio o due settimane dopo? Il sondaggio di Liberoquotidiano.it   Le nuove date - "Di fronte a questo rischio di democrazia elettorale - si legge ancora nella nota - il rinvio di una o due settimane consentirebbe certamente agli uffici centrali ed esteri di poter operare in maniera precisa e puntuale, senza inficiare il corretto voto all'estero e conseguentemente per il rinnovo del Parlamento". "Ribadiamo dunque una opportunità di assoluto buon senso: votare il 24 febbraio o il 3 marzo - sottolinea ancora il Pdl - consentirebbe di realizzare l'intero procedimento elettorale senza alcun rischio".  Berlusconi: "Niente fretta" - Dagli studi Rai di Porta a Porta, dov'è ospite martedì, lo stesso Silvio Berlusconi predica calma: "La campagna elettorale è ancora di là da venire... - scherza, ma non troppo, con Bruno Vespa -. Abbiamo proposto di spostare le elezioni perché questa fretta di andare al voto dà un impulso di fretta alla costituzione delle liste e dà un impulso di fretta alle elezioni. E' una forzatura inutile". Contemporaneamente, in Senato, il ddl Stabilità non è ancora stato preso in esame, slittando per la quarta volta a mercoledì mattina. E il Pd accusa il centrodestra: "Vogliono allungare la vita a Monti". Letteralmente, perché il premier aveva ribadito che si sarebbe dimesso non appena la legge di stabilità avesse avuto il sì del Parlamento.         

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