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Grillo ha perso la sua sfida.Sondaggi in calo e i partiti gli rubano le idee

Parlamentarie Pd, primarie Pd, taglio dello stipendio per i parlaemntari proposto da Berlusconi, rinnovo nelel liste del Pdl, Movimento arancione, Ingroia e De Mangistris. Ecco come Grillo sta perdendo la partita

Ignazio Stagno
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Beppe Grillo deve fare attenzione. L'antipolitica pian piano sta per tornare politica. Il merito è di Beppe. Il Movimento cinque Stelle ha avuto un grande merito in questi mesi. E' stato uno stimolo, una sveglia per la politica arroccata a palazzo e poco disposta a scendere giù dalla poltrona. Ora accade qualcosa. Il Pd fa le primarie. Le vince Pierluigi Bersani e per settimane non si fa altro che parlare di Pd, Pier  e Matteo Renzi. Poi Grillo ingelosito risponde con le parlamentarie. Super flop. Bersani allora si fa le sue di parlamentarie e anche in questo caso la politica si riappropria dell'innovazione grillina. Berlusconi intanto sceglie di scendere in campo e annuncia che riconfermerà nelle liste solo il 10 per cento degli uscenti. Fa di più e annuncia anche di dimezzare lo stipendio dei parlamentari. Grillo frigge e pensa: "Ma come erano i miei cavalli di battaglia, ora cosa dico?". Mentre Grillo pensa cosa dire e spinto da ansia rabbiosa va in video a sgridare e ad epurare Salsi&co, si prepara a scendere in campo un movimento arancione che con De Magistris, ex figlio grillino, raduna un elettorato che ha molti punti in comune con quello che vota Beppe. Pericolo boomerang -  C'è un problema grosso alle porte del Movimento: la perdita dell'effetto sorpresa. Come in guerra il nemico ha preso le misure e sa cosa fare per arginare il pericolo. I partiti politici non lo fanno con i mezzucci della legge elettorale o con una strategia di palazzo come accusa Grillo. No Beppe sbaglia quando dice questo. I partiti lo stanno facendo fuopri semplicemnte rubandogli le idee. E poichè non è che il movimento ne esprima tante, alla fine il disco è destinato a rompersi. Nei sondaggi Grillo in media, mettendo insieme diversi istituti di rilevazione da Ipso a Swg, da Demos a Emg, è bloccato e tendente al calo cronico. Fallita la grande scommessa -  E' vero, da qul lontano 4,3 per cento di gennaio 2012 di acqua ne è passata sotto i ponti. Il Movimento è cresciuto raggiungendo vette del 20-21 per cento a giugno scorso. A quel punto scatta davvero l'allarme per tutti i partiti che cominciano rifarsi il look corrodendo l'elettorato di Grillo. Diciamolo chiaramente agli italiani, per la maggior parte, non piace il salto nel vuoto. Il voto per Grillo è un voto di protesta contro i partiti. Ma se questi si danno una regolata l'elettorato, in larga parte anche moderato, è pronto a tornare a casa. Ma Beppe pensava in grande. E quando l'asticella ha toccato il 22 per cento pensava ormai di essere il signore assoluto. Lì è stato l'errore fatale. Pensare di avercela fatta. In Sicilia non c'è stato il boom dei cinque Stelle. Cancelleri è arrivato terzo. Poco per uno che sognava la poltrona di governatore. Poi sono arrivati i diktat, le epurazioni e la dittatura del movimento. La paura è tornata. La Salsi forse andrà per conto proprio e radunerà tutti i grillini che non ci stanno a stare sotto un despota. Così nei sondaggi succede l'imopensabile. In prima istanza la quota del M5S si blocca. Non cresce più. E nelle ultime settimane è addirittura calata. Ora Grillo viaggia su una forbice che va dal 16-al 18 per cento. E' sempre tanto. Ma poco per vincere davvero. Come sognava Beppe. In parlamento "sarà un piacere", dicono i grillini. Lo sarà anche un pochino di più per i partiti tradizionali. Che in zona Cesarini si stanno per salvare. Grazie Beppe.

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