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Pdl, vertice Berlusconi Alfano Maroni ad Arcore. La Russa: "Scissione, ore decisive"

Giulio Bucchi
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    Nessuno ancora lo dice apertamente, ma queste potrebbero essere le ultime ore del Pdl. Bocche cucite ad Arcore, dove Silvio Berlusconi e Angelino Alfano hanno incontrato il leader della Lega Roberto Maroni: il segretario azzurro ha lasciato il faccia a faccia senza rilasciare dichiarazioni, l'impressione è che si arriverà ad un accordo con il Carroccio per le elezioni regionali in Lombardia. Ma la partita da giocare sarà soprattutto per le politiche.  Crosetto e i pagliacci - L'incognita vera è Mario Monti, cui Berlusconi vorrebbe affidare la candidatura a premier dei moderati e in quest'ottica sta cercando di convincere anche Maroni ad unirsi al gruppo. Impresa quasi impossibile, visto che la Lega è stata in questi mesi la più irriducibile nell'opposizione al professore. Non l'unica, però. Anche nel Pdl le voci critiche non sono mancate. Dall'ex ministro Renato Brunetta e Daniela Santanchè sono spesso volate parole al veleno. Ora, però, entrambi sono all'ombra del Cavaliere. Chi si è smarcato è Guido Crosetto.  "Sarà anche vincente politicamente - ha spiegato il deputato ospite di Agorà, su Raitre - ma a me non interessa andare a dire evviva Monti quando ne ho contestato la politica economica nell'ultimo anno. Ho l'impressione che tutto voglia dire: come possiamo avere la certezza di essere rieletti? Come possiamo sperare di creare un gruppo alternativo alla sinistra che possa competere? Mettiamo insieme persone e idee che non si sono confrontate fino a un settimana fa, cerchiamo un ombrello che in qualche modo nasconda le differenze, perché questo significherebbe mettere insieme il Pdl e Fini, il Pdl e Casini, come se niente fosse successo. Arriva l'ombrello Monti e sotto di esso può starci tutto il contrario di tutto". Tutti ma non Crosetto: "Mentre non mi trovo male in compagnia della Meloni, non starei in un Pdl che dal mattino alla sera fa cadere Monti, poi invece è per Monti. Con i pagliacci non riesco a stare". In caso di accordo sul nome di Monti, conclude il ragionamento ai microfoni di Tgcom24, "non è Crosetto che lascia il Pdl ma il Pdl che lascia Crosetto". Giorgia anti-Monti - In compagnia del gigante Guido ci sarà anche la bambina, Giorgia Meloni. I due, insieme, hanno animato la domenica romana con la convention "Le primarie delle idee" all'insegna dell'anti-montismo spinto. "Stiamo aspettando ancora delle risposte, se non arriveranno nelle prossime ore faremo le nostre scelte", ha spiegato questa mattina a Omnibus, su La7, l'ex ministro della Gioventù. "Vorrei stare nel Popolo della libertà - ha precisato la Meloni -, ho creduto in quell'esperienza e ci hanno creduto gli italiani che ci hanno dato il 38% dei voti sulla fiducia, il problema è come noi abbiamo fatta funzionare quell'esperienza". In caso arrivassero le risposte sbagliate, aveva già chiarito domenica, "creare un nuovo partito è possibile, anche in un mese". La strategia degli ex An - In movimento anche gli ex compagni di partito della Meloni in Alleanza Nazionale. E' il coordinatore nazionale del Pdl Ignazio La Russa a guidare la banda dei malpancisti che dopo un momento di spiazzamento legato all'appoggio di Berlusconi a Monti tornano allo scoperto: "Ho avuto un colloquio faccia a faccia con Berlusconi, in assoluta amicizia e lealtà, ma le valutazioni non le faccio io da solo. Oggi il presidente rifarà tutta una serie di incontri", ha annunciato il vulcanico La Russa uscendo dal vertice di Arcore. "Abbiamo parlato - ha proseguito - della possibilità che sorga, collegato al centrodestra, e al Pdl, anche un altro soggetto. Ne abbiamo parlato - ha rimarcato - in assoluta amicizia e condivisione ma non sono solo io che devo decidere. Entro oggi qualcosa maturerà, le ore decisive saranno le prossime". A differenza di Crosetto e Meloni, però, La Russa potrebbe dare una mano al Pdl anzichè affossarlo. Perché come ricordava Berlusconi nei giorni scorsi "due partiti fanno più voti di uno solo".        

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