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Monti, niente candidatura ma sì a una lista col suo nome

Giulio Bucchi
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"Sarà lui a fare chiarezza". Poche parole, quelle di Giorgio Napolitano, per liquidare il rebus sul futuro di Mario Monti. Ieri presidente della Repubblica e premier si sono visti ancora una volta al Quirinale, e dal Colle è arrivato un altro monito: "Non roviniamo in questi ultimi giorni quanto fatto di buono negli ultimi 13 mesi". Il messaggio è chiaro: il professore dica al più presto cosa farà e soprattutto con chi, per non inquinare la campagna elettorale e far restare il paese in un impasse politica pericolosissima. In attesa di un suo discorso al Paese, Monti qualche idea ce l'ha già (anche se la sta tenendo per sé): scenderà in campo, non da candidato in lista ma con un'agenda da proporre ai partiti che potranno in cambio usare il suo nome. Se andrà bene, sarà poi lui il premier.  La sfida - E' una proposta aperta a tutti i partiti, o soprattutto a tutti i politici. Dai centristi del Pd (Fioroni, Letta, i veltroniani) ai delusi del Pdl che non vogliono più Berlusconi fino, naturalmente, alla Cosa Bianca di Casini, Fini e Montezemolo. Ma è anche uno schiaffo più o meno sonoro al pressing di Berlusconi (che vorrebbe Mario a capo dei soli moderati, magari con la Lega) e alle intimazioni di D'Alema e di buona parte della sinistra che teme di venir scippata di una vittoria che pensava sicura dopo le primarie. La strategia è piuttosto sottile: senza candidarsi svicolerebbe rispetto ai problemi costituzionali (per finire in lista dovrebbe rinunciare alla poltrona di senatore a vita) e ai rischi di un reale giudizio popolare. I rischi di Mario - Certo, riflette il prof, il "mandato popolare" lo otterrebbe comunque grazie al successo di un'eventuale lista che porti il suo nome, anche se a molti non sfugge la malizia del ragionamento. Di più, al di là delle incognite (come teme il presidente Napolitano, una lista centrista potrebbe non andare oltre il 15%: troppo poco), pesa il messaggio ai parlamentari: io non ci metto la faccia ma solo il nome, voi ci mettete la faccia e mi fate restare a Palazzo Chigi. In cambio, evito di mescolarmi con qualche imbarazzante dinosauro della politica o, peggio, con qualche candidato impresentabile. Con queste premesse, non è detto che la corsa alla lista Monti sia così affollata.

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