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Pdl, Alfano: "Primarie confermate, a Berlusconi ho detto di non dividere il partito"

Giulio Bucchi
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Primarie (il 16 dicembre o in altra data, "deciderà il Consiglio di Presidenza") e no allo scioglimento del Pdl. Sono queste le richieste del segretario azzurro Angelino Alfano al termine della riunione di cinque ore con Silvio Berlusconi e Gianni Letta a Villa San Martino, ad Arcore. "Al Cavaliere ho ribadito il nostro sì alle primarie, c'è da lavorare per ricostruire il centrodestra. Ho ribadito anche la mia ferma opinione: serve l'unità del Pdl, fermo restando l'esigenza di rinnovamento". Ma Berlusconi che farà? Si candiderà? "Non mi ha espresso la sua volontà in questo senso, se lo deciderà lo rivelerà nei tempi e nei modi che riterrà opportuni". Poi un avvertimento a Mario Monti e al governo: "O sarà election day o sarà sfiducia".  Angelino, missione impossibile - L'impressione a caldo, in attesa delle reazioni dell'altro diretto interessato, Berlusconi, è che il segretario sia uscito da Villa San Martino senza essere riuscito a convincere l'ex premier nonchè fondatore del partito. "Oggi non è avvenuta alcuna marcia indietro sulle primarie", ha ribadito Angelino, ma pare quasi forma di autoconvincimento. D'altronde la missione è quasi impossibile: il partito è spaccato, ex An e montiani hanno già le valigie in mano, senza contare che gli stessi ex An sono divisi al loro interno tra chi le primarie le vuole (Giorgia Meloni) e chi no (Ignazio La Russa e Maurizio Gasparri in primis). Il Cavaliere negli ultimi giorni non ha mai mancato di criticare con i suoi fedelissimi l'atteggiamento di molti leader e colonnelli del partito, che gli sembrano più interessanti a regolare i conti piuttosto che a rifondare il partito e rendersi alternativa credibile al centrosinistra. Per questo l'ipotesi di Forza Italia 2.0, in attesa di scegliere chi imbarcare, è ancora con forza sul tappeto. Alfano doveva far dimenticare questo quadro poco entusiasmante a un politico che dell'entusiasmo ha sempre fatto la propria forza propulsiva. E quattro ore potrwebbero non essere bastate.

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