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Monti corregge il tiro: "Riformare non vuol dire smantellare"

Il premier interviene all'anniversario dei Nas per chiarire le sue dichiarazioni sul Welfare

Nicoletta Orlandi Posti
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Visto il putiferio che ha scatenato con le sue dichiarazioni sul welfare, il presidente del Consiglio Mario Monti si è dovuto spiegare. Intervenendo alla cerimonia per i 50 anni del Nucleo Antisofisticazioni dei Carabinieri ha chiarito che "affermare la necessità di rendere il servizio sanitario nazionale sostenibile non ha nulla a che vedere con la logica della privatizzazione". "Riformare significa riconoscere che in passato non sono state sempre prese decisioni responsabili", ha aggiunto Monti: "Servire i cittadini e non servirsi dei cittadini deve essere il principio a sostegno dell'azione di Governo del Paese". Eccellenza nel pubblico -  "In una società adulta dobbiamo essere capaci di parlare e abbiamo il dovere di parlare senza che le parole diventino veicolo di equivoci e di   fraintendimenti, ma parlare per vedere la realtà dei problemi”. “L'eccellenza -ha puntualizzato il premier- sta anche nel pubblico e  non sempre il privato è immune dalle logiche improprie del condizionamento di scelte non sorrette da assoluta trasparenza e   competenza. La scelta dei migliori e dei più capaci, pensiamo ai medici, non può essere influenzata da logiche di appartenenza”. Diritto alla salute - Quello della salute pubblica, per Monti "è un valore che va preservato anche nel futuro introducendo innovazioni e adattamenti che i tempi richiedono". Secondo il premier "il diritto alla salute e l'organizzazione pubblica dei servizi ai cittadini sono requisiti fondamentali per lo sviluppo sociale e la convivenza civile". Infine, Monti ha voluto sottolineare come quello dei cinquant'anni dei Nas, sia un "anniversario importante, un traguardo significativo soprattutto se, come i Nas, si ha la capacità di essere più avanti del tempo che si vive e di affermare l'efficienza come requisito essenziale per ogni servizio pubblico". 

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