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Pdl spaccato, Alfano al bivio: o con Berlusconi o con gli ex An

Giulio Bucchi
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  di Marco Gorra Ruota tutto intorno a una domanda: cosa farà Angelino Alfano? Ascolterà le ragioni di Silvio Berlusconi, che lo pressa affinché si imbarchi nella imminente riedizione di Forza Italia, oppure quelle dei dirigenti del Popolo della libertà, che gli chiedono di rimanere al timone del partito? In attesa di capire quali siano le intenzioni del segretario, tutto è sospeso. L'ex Guardasigilli, consapevole dell'impatto che la propria decisione è destinata ad avere, non si sbilancia. Se da una parte - da ultimo ieri l'altro a Domenica In - assicura che «qualsiasi cosa avverrà d'amore e d'accordo con Berlusconi», dall'altra non spegne la macchina delle primarie e deposita le firme. Questa strategia ambivalente, tuttavia, non potrà durare ancora per molto. L'annuncio della ridiscesa in campo di Berlusconi è questione di giorni: scontato che il Cavaliere non prenderà la guida del Pdl (unico scenario che salverebbe capra e cavoli), una decisione andrà presa. Nel partito si aspetta con un certo nervosismo. Ad essere particolarmente sul chi vive è la componente moderata e montiana, che da un ritorno  di Alfano con Berlusconi avrebbe quasi tutto da perdere. Già la preponderanza dell'apparato facente capo all'area ex An all'interno del partito è vissuta con poco entusiasmo: dovesse venire meno il grosso contrappeso rappresentato da Alfano (e dovesse pertanto il partito spostarsi su posizioni più marcatamente antimontiane), la situazione si farebbe poco sostenibile. Leggi l'articolo integrale di Marco Gorra su Libero in edicola oggi, martedì 27 novembre    

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