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Primarie Pd, Bersani: "Vendola al governo? Non ha bisogno di esami"

Il segretario democratico: "Renzi dice di aver vinto? I numeri cantano. Tranquilli, li daranno i garanti. Noi siamo brave persone..."

Giulio Bucchi
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Nichi Vendola gli ha chiesto "profumo di sinistra" e Pierluigi Bersani, fresco di vittoria al primo turno alle primarie del Partito Democratico, è lesto a fare sponda al leader di Sel, giunto terzo: "Con Vendola abbiamo lavorato parecchio tempo per costruire questa carta Italia bene comune che fissa i principali paletti programmatici su cui conveniamo noi, Sel e i socialisti". "Non stiamo aprendo tavoli o tavolini...", ha assicurato. "Nelle cose che dico io ci sono degli evidenti punti di assonanza", ha assicurato, come "sul lavoro, sulla scuola. Ci sono cose precise su cui per me c'è un'assonanza o una convergenza. Non stiamo facendo bilancini o Cencelli, si parla di politica". Dunque, Vendola al governo è ipotesi più che plausibile, sottolinea Bersani, anche perché Nichi "non ha bisogno di apprendistati o di verifiche, è già un governatore e lo fa molto meglio di tanti governi di centrodestra al Sud. Ha sue idee, che non sempre coincidono con le mie, ma non ha bisogno di esami". Nebbia e numeri - Assist o galanteria, poco importa. Bersani sa che avrà bisogno anche dei voti dei simpatizzanti di Sel per il ballottaggio di domenica prossima, giornata che deciderà il faccia a faccia con lo sfidante e rottamatore Matteo Renzi. Sul divario tra primo e secondo è ancora nebbia fitta, anche se il segretario cerca di sminuire: "I dati ufficiali li daranno gli organismi garanti, ma tranquilli, siamo brave persone". Qualche dubbio, al proposito, ce l'ha avuto il comitato elettorale di Renzi che ha sottolineato come quanto comunicato nella notte, con Bersani al 44,9% e Renzi al 35,6%, non corrisponda al vero. Lo scarto sarebbe al massimo di 5 punti percentuali. "Qualcuno ricorderà che ho premuto per il ballottaggio, altrimenti avrei già vinto con 8 o 9 punti di scarto. E invece si va fino in fondo, per la democrazia - ricorda in conferenza stampa Bersani -. Il cambiamento non si fa con le chiacchiere. Credo di avere esperienza e determinazione per andare avanti e dimostreremo di avere la forza per cambiare. Dopo il ballottaggio, andremo tutti insieme al voto, inizia una battaglia dura per i progressisti, ma vincente. Renzi dice di aver vinto? "I dati cantano...". In ogni caso, il segretario si mostra ottimista: "Guardo con fiducia all'appuntamento di domenica e il giorno dopo saremo in condizioni di guardare alla strada che porta alle elezioni. Sarà un passaggio storico e questa prova ci dà la forza per farlo". Quanto al risultato del voto, "è soddisfacente, ci avrei fatto dieci firme". 

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