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Spot Carfagna-Bongiorno:la legge sul femminicidioneanche protocollata

Le due parlamentari hanno chiesto l'ergastolo per chi uccide una donna come una battaglia di civiltà last minute. Molte le critiche: "Volete solo farvi pubblicità"

Roberto Procaccini
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  E' stata presentata come un'iniziativa per varare in extremis una legge contro il "femminicidio": ergastolo per chi uccide una donna "perché donna" e introduzione di pene severe per chi impone "matrimoni forzati". Una corsa contro il tempo, a pochi mesi dallo scioglimento delle Camere, per una battaglia di civiltà, l'hanno definita le prime firmatarie Giulia Bongiorno (Fli) e Mara Carfagna (Pdl). Lo spot elettorale su un tema delicato di due parlamentari che devono assicurarsi la ricandidatura, invece, hanno obiettato gli scettici. A nove giorni di distanza dalla presentazione della proposta in Parlamento, però, il testo sul femminicidio non è stata neanche protocollato. Gli step - La legge sul femmincidio (che consiste nella modifica di due articoli del codice penale) è stata presentata alla Camera dei Deputati il 15 novembre dalla Bongiorno, avvocatessa di grido. Il 22 novembre la prima firmataria, insieme all'ex Ministro per le Pari Opportunità Carfagna, parla alla stampa dell'iniziativa, con conveniente anticipo rispetto alla giornata mondiale contro la violenza sulle donne del 25 novembre. Nasi arricciati - A rimanere perplessi di fronte a tanta intraprendenza last minute sono diverse voci. Filippo Facci sulle colonne di Libero ha contestato il merito dell'iniziativa, che vuole porre una differenza tra l'omicidio di una donna e di un uomo."Le femministe professionali - si leggeva nell'Appunto del 23 novembre - fingono di ignorare che la storica prevalenza degli uomini tende fisiologicamente ad affievolirsi, come è logico e come accadrà anche senza leggi idiote". Stefano Zecchi del Giornale, che nella proposta del duo Bongiorno-Carfagna aveva subito visto una cartolina autocelebrativa delle promotrici, ha definito la legge sul femminicidio "una pagliacciata per far discutere". Altrettanto insoddisfatte le associazioni femministe, che si sono viste defraudate di una battaglia di lungo corso da una proposta di legge estemporanea. E ora? Come scrive Linkiesta, la legge è ferma al palo.    

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