Berlusconi e il dinosauro: "Se è magro..."
"Vengo da voi, ma parliamo solo di Milan...", mette le mani avanti Silvio Berlusconi, uscendo a piedi dall'ingresso posteriore di Palazzo Grazioli. E dei rossoneri, in effetti, parla: dice che Pato è un problema e che le sue condizioni fisiche preoccupano, che rimpiange Ibra ma che ora c'è El Shaarawy e che sì, il Milan è una squadra da rifondare. Ma poi il Cav "tradisce" la promessa. A non parlare di politica proprio non ce la fa. E imbeccato dai giornalisti si lascia andare. Ecco il dinosauro... - Prima un cronista gli chiede se rimpiange Forza Italia. Certo, l'ex premier non può rispondere apertamente, anche se quel che pensa è il proverbiale segreto di Pulcinella; così sorride e alza le braccia. Ma il giornalista insiste. Il tema sono le scottanti primarie del Pdl, sempre più a rischio, sempre più vicine all'annullamento (Angelino Alfano ha dichiarato: "Se ci sono indagati, alle primarie io non corro"). "Presidente, ma quando tirerà fuori il dinosauro dal cilindro, come ha promesso?", incalza il cronista. E il Cav, dimagrito dopo le settimane di dieta, si sbottona: "I dinosauri sono magri. Se il dinosauro è magro come me...". La "pagliacciata" - Il dinosauro, insomma, come in molti vociferavano, sarebbe proprio lui. Lo ammette Berlusconi in prima persona. Tra molto Milan, una sola mezza frase sulla scena politica, ma le parole pesano come macigni, soprattutto perché il Cavaliere ha bollato le primarie del Pdl come una "pagliacciata". Lui, le consultazioni degli azzurri, non le vuole, non le ha mai volute e non ne ha mai fatto mistero. Alfano, invece, le difende a discapito del rischio che si trasformino in un flop. E su questo si è consumata la rottura tra i due, una rottura sancita anche negli accesi confronti che si sono consumati negli ultimi due uffici di presidenza del Pdl. Berlusconi, se primarie saranno, potrebbe correre da solo, farsi la sua lista. E a capo di questa lista, ecco il dinosauro, dimagrito abbastanza per uscire dal cilindro: Berlusconi stesso. La presentazione dovrebbe avvenire ai primi di dicembre, sicuramente entro il 16 (data delle primarie). Ancora qualche dubbio sul nome (in pole viene dato "L'Italia che lavora" o "L'italia che produce"), qualche ritocco al simbolo, ma il piano è pronto e procede sulla falsariga del grillismo: nessun politicante di professione, nessuno prenderà un soldo ma è solo per passione e spirito civico, solo società civile e imprenditori, salvo rarissime eccezioni pescate tra ex azzurri della primissima ora.