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Tutta la rabbia del Cavaliere:"Faccio ancora paura"

Silvio Berlusconi

L'ex premier furioso per il chiacchiericcio sul sequestro Spinelli: "Io sono una vittima, stavolta mi lascino in pace. In questo Paese non c'è più rispetto per nessuno"

Andrea Tempestini
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di Salvatore Dama In Transatlantico non si parla d'altro. Logicamente. Il sequestro lampo del ragionier Giuseppe Spinelli, l'intera vicenda e i suoi lati oscuri. Sono questi ultimi che solleticano di più l'immaginario del deputato. Destra o sinistra, non c'è differenza. Nei capannelli si favoleggia. Trame bizantine: ha pagato 10 milioni di riscatto; no, il cassiere è stato rapito dalle olgettine che volevano le buste con i soldi. Il livello è questo qui. E, ad alimentare la fantasia del potere legislativo, c'è anche l'assenza prolungata del leader del Pdl. Doveva rientrare ieri sera a Roma, ma ha rinviato: «Perché?». La verità è che Silvio Berlusconi è molto infastidito dalle illazioni. Di più: si è detto addirittura «indignato» dai «sospetti» che lui «stia nascondendo una parte della verità». E a che pro? «Non ho pagato alcun riscatto. Non mi sono prestato ad alcuna richiesta, non ho trattato. Non sono stato reticente. Sono una vittima di questa vicenda. Io e il ragioniere lo siamo», si è sfogato il Cavaliere parlando dei fatti. Leggere alcune ricostruzioni fatte dalla stampa lo ha fatto letteralmente trasalire.  Tanto da chiedere all'avvocato Niccolò Ghedini di precisare nuovamente la dinamica dei fatti attraverso un lungo comunicato spedito alle agenzie. Il legale di fiducia ha spiegato che Berlusconi non ha avuto alcun ruolo nella vicenda. E che il ritardo nella comunicazione dei fatti all'autorità giudiziaria c'è stato per via dei timori del ragionier Spinelli, che ha avuto paura di una ritorsione dei sequestratori nei confronti suoi e della sua famiglia.  Spinelli ha chiamato al telefono l'ex presidente del Consiglio la mattina del 16 ottobre, all'indomani dell'accaduto. Ma non ha fatto parola del sequestro. A Silvio ha detto di «essere stato avvicinato da alcune persone inviate da uno studio legale che  volevano fornire del materiale definito risolutivo per la causa CIR-Fininvest e per questo richiedevano 35 milioni di euro».  Una richiesta che il Cavaliere considera «anomala» e ordina all'avvocato di approfondire. Ghedini esegue. E ne desume che «lo Spinelli si trovava non in una situazione normale, ma in una situazione di costrizione». Al che, prosegue Ghedini, «Berlusconi mi consigliò  di avvertire i carabinieri qualora avessi ritenuto che vi fosse una reale situazione di pericolo per  Spinelli». Ma fu il ragioniere a voler attendere. Per paura. Di nuovo è Silvio a insistere con Ghedini perché si rivolga alla procura di Milano: «Spinelli però  mi pregò di attendere ancora per consentirgli di avvertire la moglie sull'evolversi della situazione. I coniugi avevano subìto pesanti minacce dai sequestratori nel caso in cui avessero narrato i fatti o addirittura avvertito l'autorità giudiziaria».  Alla fine - ed ecco motivata la giornata di ritardo - Berlusconi e Ghedini persuadono Spinelli a presentare denuncia. Per il resto, ripete l'avvocato, l'ex premier «non ha avuto alcun ruolo nella vicenda», né ha pagato alcun riscatto. Si è solo «preoccupato» dell'incolumità del collaboratore e della sua famiglia «offrendo ospitalità in una sua abitazione e mettendo a disposizione una scorta privata». In difesa dell'ex capo del governo prende la parola anche il segretario del Pdl Angelino Alfano: «Con la vicenda del sequestro del ragioniere Spinelli si è toccato l'apice nell'arte della costruzione artificiosa di una realtà su misura, che mira a stravolgere la verità dei fatti», è la critica fatta dall'ex Guardasigilli alla stampa per i dubbi adombrati: «Diventa così tangibile  il tentativo di veicolare un messaggio di ambiguità, come la visione di un giallo, come se ci fosse qualcosa di poco chiaro, mentre chiare sono le parole del ragioniere Spinelli e il contesto in cui si è svolta la vicenda».  In quest'ottica «perversa», si conclude lo sfogo di Alfano, «Silvio Berlusconi diventa addirittura un soggetto sospetto mentre è inequivocabilmente vittima. Questi ennesimi tentativi di screditamento e di torsione della verità sono inammissibili».

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