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Diffamazione, multa per il direttore e carcere per il giornalista

Alessandro Sallusti e Renato Farina

L'ultimo emendamento prevede una multa per il direttore e il carcere per il giornalista che diffama, ma non se è stato sospeso oppure radiato

Andrea Tempestini
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  Carcere sì, ma solo per il giornalista che verrà condannato per diffamazione (ma non, nel caso, Renato Farina: ve ne diamo conto nel resto dell'articolo). Niente detenzione, invece, per il direttore del giornale, che sarà punito con una multa che fluttua tra i 5 e i 50mila euro. Questo è quanto previsto da un emendamente al ddl diffamazione, il cosiddetto salva-Sallusti, dal relatore e preseidente della Commissione Giustizia del Senato, Filippo Berselli (Pdl). Resta così il carcere fino a un anno in alternativa alla multa per i giornalisti sul quale il Senato si era già pronunciato, con voto segreto e favorevole (galeotta fu la Lega Nord). La mediazione - Con questo emendamento Berselli prova una nuova mediazione tra le forze politiche: "Mi aspetto ora che la Lega e l'Api (anche Rutelli votò a favore del carcere, ndr) si riconoscano in questo emendamento e ritirino la richiesta di voto segreto per le altre due proposte di modifica che restano e per l'intero articolo 1 del provvedimento", ha dichiarato Berselli. Nell'emendamento, in sostanza, si afferma che il carcere, per il giornalista che viene accusato di diffamazione resterà. Il senatore del Pdl ha spiegato: "Questo non ho poututo cambiarlo, perché l'aula si era già espressa in tal senso. L'assemblea ha detto sì al carcere per i giornalisti, e quindi io, benché personalmente contrario, non ho potuto cambiare le cose su questo fronte".  Il "salva-Farina" - L'emendamento, inoltre, prevede che se invece nella commissione del reato non c'è il dolo, ma soltanto la colpa, la multà sarà dai 2mila ai 20mila euro. Con questo emenadmento, di fatto, si allontana il carcere per Alessandro Sallusti. Ma nonostante il possibile carcere per il giornalista diffamatore, come detto, si salverà anche l'altra penna coinvolta nel "caso-Dreyfuss" che ha innescato l'intera questione. Infatti, "qualora l'autore sia ignoto o non identificabile, ovvero sia un giornalista professionista sospeso o radiato dall'ordine, si applica la pena della multa da 3mila a 30mila euro". Questo emendamento, modificato nel pomeriggio di martedì 20 novembre, sarà esaminato dall'aula del Senato giovedì prossimo, data in cui la conferenza dei capigruppo ha messo all'ordine del giorno il ddl diffamazione.  

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