Monti in campagna elettoraleripudia anche l'Europa: veto se penalizza l'italia
Il ministro Moavero avverte l'Ue: non voteremo il bilancio dell'Ue se sarà gravoso per il Paese"
C'è un limite a tutto e ora il governo Mario Monti, ormai in campagna elettorale, sembra averlo capito. L'Italia non può continuare a subìre le decisioni di Bruxelles e della cancelliera Angela Merkel che con le sue politiche di austerity ha messo in ginocchio il Paese. Per questo oggi il ministro per gli Affari Ue Enzo Moavero Milanesi ha annunciato di essere pronto a porre il veto sul quadro finanziario multiannuale dell'Unione europea per il 2014/2020 se il progetto "non sarà equo e sarà gravoso per il Paese e per i cittadini". Quella sul quadro finanziario 2014/2020 è una decisione "che si prende all'unanimità", ha aggiunto Moavero, e "ogni Paese ha una parola che pesa". L'ultima parola, ha detto ancora, "spetta al presidente del Consiglio", ma "se lo scenario ci porterà a un disequilibrio eccessivo per il nostro paese" l'Italia "non potrebbe mettere il voto nell'unanimità necessaria" e "potremmo votare contro un bilancio che risulta dannoso per l'Italia e per i contribuenti". Vertice straordinario - Se anche non si dovesse arrivare a un accordo sul quadro finanziario 2014/2020 entro questa settimana, "i tempi tecnici sarebbero ancora ampiamente rispettati se la decisione arrivasse all'inizio dell'anno prossimo", ha poi spiegato Moavero al termine del Consiglio Affari Generali che prepara la discussione del vertice di giovedì e venerdì prossimo. "Anche noi auspichiamo risultati nei tempi più rapidi per dare un segnale della volontà di agire insieme - ha osservato - ma è anche molto importante che tale armonia corrisponda a risultati altrettanto positivi. Non arrivare a un risultato non è da considerare una non riuscita: il vertice potrebbe essere anche un'ottima occasione per chiarirsi". In questo caso, "se ne dovrà occupare un altro vertice: non necessariamente quello di dicembre, ma un altro, magari straordinario, all'inizio del 2013". Sconti - L'Italia "non esclude" poi di chiedere uno sconto sui contributi netti al bilancio dell'Unione europea come quelli di cui beneficiano già altri paesi (oltre al Regno Unito, anche Germania, Olanda, Svezia e Austria, le cui correzioni sono da rivedere a fine anno): "E'una questione aperta ma se altri Paesi dovessero domandare sconti e correzioni e noi fossimo in un'analoga situazione allora o il meccanismo vale per tutti o per nessuno".