Il sondaggio del Tg La7: crollo verticale per l'Idv, ora al 2,8%
La rilevazione del Tg di Mentana: i dipietristi al 2,8%. Azzurri in crescita dello 0,4%, democrat dello 0,5%. Il crollo di Casini: solo l'1% lo vorrebbe premier
Ogni lunedì sera, puntuale, il sondaggio proposto dal Tg La7 di Enrico Mentana fa il punto sulle intenzioni di voto degli italiani, che con tutta probabilità saranno chiamati alle urne il prossimo 10 marzo nel cosiddetto Election Day. A meno di quattro mesi dalle urne, lo scenario resta piuttosto stabile. C'è un dato che però impressiona più degli altri: il continuo crollo verticale dell'Italia dei Valori di Antonio Di Pietro, un partito travolto dagli scandali (un vero e proprio paradosso per Tonino, il presunto eroe di una legalità che, evidentemente, non è riuscito a imporre nemmeno nel suo orticello). Secondo la rilevazione snocciolata da Mentana, l'Idv crolla al 2,8%, perdendo lo 0,6% in una settimana (significativo il confronto con le Politiche del 2008, quando i valoristi raccolsero il 4,4 per cento). Destra - Per quel che riguarda il centrodestra, forse grazie alle primarie, segni di ripresa per il Pdl, che guadagna lo 0,4% in sette giorni e forte del suo 16,7% è in piena corsa per essere la seconda forza nazionale (davanti ha Pd e Movimento 5 Stelle). Bene anche la Lega Nord, che con costanza, settimana dopo settimana, recupera decimali: ora viene data al 6,5%, in ascesa dello 0,2% (se si pensa che alle politiche del 2008 raccolse l'8,1% si comprende la cifra della rinascita del Carroccio targato Roberto Maroni dopo gli scandali che hanno travolto il movimento). Sinistra - Ma in parallelo alla corsa del Pdl, nel centrosinistra anche il Pd, a meno di una settimana dalle primarie, continua a guadagnare consensi: il partito di Pierluigi Bersani è salito dello 0,5% a un passo da quota 30% (ora è al 29,8%). Cresce anche Sel di Nichi Vendola, in crescita dello 0,3% al 5,9 per cento. Lieve regresso del Partito Socialista, che lascia lo 0,1% e passa all'1,1 per cento. Non collocati e centro - Tra i partiti non collocati nei due principali schieramenti, dopo le recenti divisioni interne il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo lascia lo 0,3% e si attesta al 17,1 per cento. Tra i centristi, l'Udc perde lo 0,1% al 5,7%; anche Fli lascia lo 0,1% e passa al 2,6% per cento. La Federazione della sinistra, infine, perde lo 0,1% e passa al 2,6 per cento. Astenuti e indecisi - Il partito di maggioranza resta sempre e comunque quello dell'astensione, quotata al 31,2% nonostante il significativo calo dell'1,7 per cento. Gli indecisi, secondo il sondaggio di Mentana, si attestano al 12,3% (in crescita dello 0,5%) mentre chi voterà scheda bianca è pari al 2,6 per cento. Il leader - Il sondaggio chiude con il capitolo leader. Semplice la domanda: "Chi votereste nel caso in cui possiate direttamente scegliere il presidente del Consiglio?". In testa, stabile, c'è sempre Mario Monti con il 15%, incalzato da Matteo Renzi con il 14%, quindi Bersani al 13 per cento. Più staccato Angelino Alfano con l'8%, Beppe Grillo con il 7%, Silvio Berlusconi e Nichi Vendola al 6%, Roberto Maroni al 4%, Luca Cordero di Montezemolo al 3%, Oscar Giannino, Gianfranco Fini e Antonio Di Pietro al 2% e, fanalino di coda, un sempre più affannato Pier Ferdinando Casini, che al pari di Emma Marcegaglia raccoglie appena l'1% dei consensi.