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Samorì demolisce il Pdl:"Sono tutti degli incapaci"

Matteo Legnani
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E' l'imprenditore Giampiero Samorì l'uomo del momento nel centrodestra. In barba a primarie e quant'altro. La sua candidatura alle primarie in un ticket con Vittorio Sgarbi sta agitando non poco le acque in casa Pdl, perchè sono in molti a pensare che sia lui l'uomo scelto dal cavaliere per mandare a monte la consultazione per la scelta del leader. Timori confermati dalle parole che lo stesso Berlusocini ha pronunciato oggi a margine dell'ufficio di presidenzza con cui il Pdl sta faticosamente cercando di darsi delle regole per le prime primarie nella storia del centrodestra: "Al Pdl serve uno choc, serve uno come ero io nel '94". E cioè, se non proprio Samorì nome e cognome, un imprenditore che venga dalla società civile: descrizione che ben si addice al "Berlusconi di Modena" leader dei "Moderati in rivoluzione". Samorì che oggi ha avuto parole pesantissime per la dirigenza del Popolo delle libertà, proprio a partire dall'infinito nodo delle regole: "E' stupefacente che un partito serio parli di regole per 15 giorni. Ma è così difficile dire quali sono le regole delle primarie? Sono tre. Uno: le firme per essere candidati a premier. Due: il giorno del voto. Tre: una parità di trattamento dei candidati per i confronti tv". Invece, incalza l'imprenditore romagnolo, "è complicatissimo, si capisce solo che stanno cercando regole a vantaggio dell'apparato". E in questo modo "le primarie rischiano di essere solo una guerra tra bande che mi interessa sempre meno".  Altra stoccata: "La classe dirigente del Pdl ha una visione estremista della politica, ma non ha il monopolio dei moderati. Bisognerebbe aggregare quelli altrimenti i migliori se ne vanno e i peggiori restano. Col risultato che il Pdl non avrà ruolo nella politica italiana e i moderati, che sono un'area più ampia del Pdl, rischiano di disperdersi. Credo che molti dovrebbero farsi da parte". Manca solo una frase che piaceva tanto al Cavaliere qualche tempo fa: "Ghe pensi mi" ("ci penso io" per i non milanesi). Già, ma lui è romagnolo.

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