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Di Pietro, dopo Donadi si dimette il segretario toscano

Dopo un'infuocata assemblea il partito perde un altro pezzo: l'ex capogruppo nel gruppo misto

Lucia Esposito
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  Si fa sempre più teso il clima all'interno dell'idv dopo il caos seguito alla servizio di Report e dopo le dimissioni del capogruppo Donadi. Ieri durante una riunione del partito, si è arrivati a questa conclusione: Antonio Di Pietro resta, Massimo Donadi no. L'ex pm ha avuto la meglio in quello che nel partito è stato definito un "redde rationem" necessario. Donadi si avvia dunque a lasciare l'Idv (in giornata annuncerà il suo passaggio nel gruppo misto) dopo che la sua linea è uscita sconfitta dalla riunione di deputati e senatori del partito. Una riunione durata oltre cinque ore e terminata solo dopo la mezzanotte. Tra le altre risoluzioni, quella che il congresso dell'Italia dei Valori si terrà soltanto dopo gli appuntamenti elettorali regionali e nazionali. Partito allo sbando Antonio Di Pietro ha evitato i giornalisti al termine dell'incontro. Massimo Donadi, invece, si è concesso a telecamere e microfoni come aveva fatto anche i serata, prima dell'inizio del confronto: “Di Pietro ha presentato la sua linea. Devo dormirci su, domani prenderò le mie decisioni”, ha detto il deputato che ha voluto poi fugar ogni dubbio sulle ipotesi di un passaggio al Pd: "Non va neanche preso in considerazione”, ha aggiunto sottolineando tra l'altro che “sono sei mesi che Di Pietro dice che ci accorderemo con il Pd, eppure non succede nulla”. In giornata i deputati dell'Idv torneranno a riunirsi per eleggere il nuovo capogruppo. Antonio Borghesi, già facente funzioni dopo le dimissioni di Donadi, sembra il più probabile successore. E ieri mercoledì 7 novembre, si è dimesso  da segretario dell'idv toscano anche Fabio Evangelisti: con il suo addio i deputati Idv scendono a diciannove, la soglia minima per essere gruppo autonomo. La decisione di Evangelisti, "è conseguenza diretta dei deliberati   dell'ultima riunione dell'Ufficio di presidenza de l'Italia dei   Valori, là dove si dice che è ormai necessario avviare una nuova   fase costituente, aperta al contributo di figure ed espressioni della   società civile, per costruire un nuovo soggetto politico. Per fare   ciò, non v'è dubbio, servono energie fresche e grandi entusiasmi.   Caratteristiche che, al momento, non mi riconosco", ammette. E conclude: "Questo partito - prosegue Evangelisti - ce la può ancora fare.  Ha però bisogno di qualche bel gesto e anche di un bagno d'umiltà.   Per quanto mi riguarda, stasera porterò la mia bacinella d'acqua alla  causa comune. Un caro saluto e l'augurio delle migliori fortune". Nella mattinata di giovedì 8 novembre si è dimesso anche Nello Formisano. Gruppo a rischio -  Con le dimissioni di Evangelisti l'Idv scende al di sotto della soglia minima (20 componenti) per aver diritto al gruppo autonomo alla Camera. I dipietristi dovranno chiedere una deroga a Gianfranco Fini per non perdere lo status, ma dagli ambienti vicini all'ufficio di presidenza della Camera provengono rumors di segno negativo: non ci sarebbero le ragioni, specie in un momento di taglio della spesa pubblica, di tenere in piedi un gruppo parlamentare in via straordinaria. La domanda, posta in altri termini, è: perché spendere milioni di euro per mantenere in vita un gruppo parlamentare solo per pochi mesi? Mentre al Senato Felice Belisario tiene salda la truppa, nella camera bassa si fa concreto il rischio di dover confluire nel gruppo misto. 

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