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Favia il dissidente punge Grillo:"La fedeltà cieca è roba da cani"

Dopo il caso Salsi, il consigliere dell'Emilia romagna attacca ancora il leader M5S e sa di non piacere a Casaleggio

Ignazio Stagno
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I dissidenti ormai sono una corrente a parte. Parlano da soli e attaccano il leader. Oggi è il turno di Giovanni Favia, consigliere regionale in Emilia Romagna per il M5S, primo ribelle che in un "fuori onda" osò dare del dittatore a Beppe Grillo. In un'intervista al Corriere della Sera torna a parlare del Movimento e lo fa ribadendo la sua posizione di contestatore. Accusa i militanti di essersi montati la testa dopo il voto e rinnega la sua fedeltà a Grillo. "Il movimento non deve ricalcare i vizi dei vecchi partiti. La fedeltà dovrebbe sparire, ci dovrebbe essere invece lealtà. Si è fedeli tra coniugi o a delle idee. La fedeltà cieca verso le persone è propria solo dei cani", afferma Favia. E sul chi lo ha accusato di essere il regista delle esternazioni di Federica Salsi risponde: "E' ridicolo: è tanto se la sento una volta al mese. Di sciocchezze ne ho sentite tante, come quelle che davano per certo un mio cambio di partito. Invece sono qui e continuo a lavorare per il nostro gruppo". Poi va giù duro ancora su Grillo e sul suo no ai talk show :"Grillo ha un'idea di garante un pò invasiva, un garante che non solo fa rispettare le regole, ma le stabilisce e decide come si applicano". Sul suo futuro Favia comunque non ha dubbi, pur non essendo in nessuna lista resterà a lavorare per il movimento. Sa anche di non essere fra i preferiti di Gianroberto Casaleggio, il guru e ombra grigia del movimento. "Non sono apprezzato da Casleggio. Questioni secondarie. Era prevdibile. Non mi stupisco". Favia va per la sua strada. Da primo dissidente è ora uno dei dissidenti. La contestazione nel movimento cresce. Grillo è davanti ad un ostacolo che nè lui nè il guru avevano previsto: la critica. Interna.

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