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Monti ci vuole poveri: meglio alzare l'Iva

Giulio Bucchi
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  di Franco Bechis La battuta non lascio spazio a interpretazioni di sorta: «Stiamo vivendo al di sopra delle nostre possibilità. E naturalmente non possiamo permettercelo. Quando è così, bisogna ridurre i consumi». A pronunciarla non è un collaboratore di Beppe Grillo, né uno dei tanti economisti-blogger che da qualche anno teorizzano la decrescita come unica medicina per risanare sistemi economici malati. L'osservazione viene da Gianfranco Polillo, sottosegretario all'Economia del governo di Mario Monti. Sono le 15 e 30 di martedì 6 novembre, in transatlantico davanti all'ingresso dell'aula di Montecitorio. Polillo sta attendendo la ripresa della seduta pomeridiana in cui rappresenterà il governo durante la discussione e il voto sul decreto legge che taglia i costi della politica alle Regioni. Arriva al suo fianco il ministro per i rapporti con il Parlamento, Dino Piero Giarda. Manco però ancora la presidenza della Camera, per cui i lavori non possono iniziare. Con un collega del quotidiano MF chiediamo al rappresentante del ministero dell'Economia notizie sulle ultime modifiche concordate alla legge di stabilità. Si parla del fondo autoalimentato ogni anno per gli esodati, della scomparsa dei tetti alle detrazioni e della franchigia alle deduzioni, delle misure ancora poco definite sulla riduzione del cuneo fiscale. Il pacchetto di misure è abbastanza frastagliato, così viene spontanea una domanda: «Perché il governo non ha convogliato tutte le risorse a disposizione per evitare anche l'aumento Iva dal 21 al 22% previsto dal luglio 2013? Non avrebbe avuto maggiore effetto quella scelta su consumi e crescita?». Ed è qui che arriva la risposta a sorpresa di Polillo: «Abbiamo già evitato l'aumento dell'aliquota Iva al 10%. Servirebbero 4 miliardi di euro per evitare l'altro aumento. Non ci sono, ma forse sarebbe sbagliato metterli sull'Iva. Perché i dati macroeconomici che abbiamo dicono che semmai i consumi andrebbero diminuiti, per ridurre l'eccessiva dipendenza dall'estero». Leggi l'articolo integrale di Franco Bechis su Libero in edicola oggi, mercoledì 7 novembre    

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