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Operazione liste pulite: ecco gli incandidabili

Il ministro Cancellieri: "Già pronto il testo, lo approviamo prima delle elezioni". Fuori dalle liste i condannati definitivi a più di 2 anni. In Parlamento tremano in 21

Giulio Bucchi
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In attesa dei partiti, a fare pulizia in Parlamento ci prova il governo. Il ministro degli Interni Annamaria Cancellieri ha annunciato il via all'operazione "liste pulite". Al prossimo consiglio dei ministri verrà presentanta la legge sull'incandidabilità: non potranno essere inseriti nelle liste elettorali quei politici condannati a 2 anni o più con sentenza passata in giudicato per reati gravi o contro la pubblica amministrazione. "Ci stiamo lavorando. Ci sarà un incontro probabilmente la prossima settimana, per chiudere le ultime maglie del documento, che in gran parte è pronto". I termini comunque sono stretti: il testo sarà varato "sicuramente" entro le prossime elezioni, parola di ministro. Non c'è solo l'incandidabilità per motivi giudiziari. La Cancellieri, che martedì dovrebbe incontrare al Viminale i colleghi Paola Severino (Giustizia) e Filippo Patroni Griffi (Pubblica amministrazione), pensa anche a trasparenza e incompatibilità: chi ha avuto incarici nelle amministrazioni locali (per esempio assessore) per un anno non potrebbe assumerne altri nello stesso ente. Gli onorevoli a rischio - Il nodo, in ogni caso, resta quello dei condannati nelle liste elettorali. Nonostante i moniti di Napolitano, i partiti fanno ancora una gran fatica a far partire una self cleaning, cioè l'auto-pulizia delle proprie liste. Non a caso in Parlamento siedono 21 indagati in via definitiva e 125 condannati tra primo e secondo grado. Qualche nome? Nel Pdl Massimo Maria Berruti (8 mesi per favoreggiamento nel processo tangenti Guardia di Finanza), Giuseppe Ciarrapico (reati che vanno da ripetuto sfruttamento di lavoro minorile a ricettazione fallimentare e falso in bilancio), Marcello Dell'Utri (false fatture, falso in bilancio, frode fiscale, concorso esterno in associazione mafiosa), Renato Farina (6 mesi patteggiati per favoreggiamento nel rapimento dell'ex-imam di Milano Abu Omar). E ancora Giorgio La Malfa (6 mesi e 20 giorni per finanziamento illecito Enimont), Umberto Bossi (finanziamento illecito, istigazione a delinquere e vilipendio alla bandiera italiana), Roberto Maroni (resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale), il democratico Enzo Carra (falsa testimonianza). Non tutti raggiungono i 2 anni di condanna, dunque il decreto su alcuni di loro non avrà effetti. Secondo problema: la durata dell'incandidabilità. Senza interdizione dai pubblici uffici, potranno "stare fermi un giro" e risalire sulla giostra del Palazzo. Ecco perché, governo o non governo, servirebbe la mano, anzi la mannaia dei singoli partiti.

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