Silvio fa mea culpae chiede scusa agli italiani"Ho fallito"
L'ex premier intervistato nel nuovo libro di Vespa ammette: "Non ce l'ho fatta. La crisi ha cancellato i nostri sforzi"
Chi lo avrebbe mai detto: Silvio Berlusconi fa mea culpa e chiede scusa agli italiani. "Non ce l'ho fatta. La crisi ha cancellato i nostri sforzi", amette l'ex presidente del Consiglio che però tiene a sottolineare come abbiamo lasciato la disoccupazione al punto più basso degli ultimi vent'anni". Berlusconi continua: "Abbiamo garantito la pace sociale negli anni più duri della crisi. Abbiamo impiegato 38 miliardi in ammortizzatori sociali. Abbiamo tagliato le spese ai ministeri con la prima vera spending review e attuato il più grande stanziamento sulla cassa integrazione della storia italiana". Ma tutto questo non è bastato. Per questo, dice l'ex premier nell'intervista rilasciata a Bruno Vespa per il suo nuovo libro "Il Palazzo e la Piazza. Crisi, consenso e protesta da Mussolini a Beppe Grillo" in uscita l'8 novembre da Mondadori Rai Eri, "pensavo di chiedere scusa agli italiani". E a Vespa che gli chiede se è vero che abbia pensato anche di non entrare in Parlamento, Berlusconi risponde: "Si, è vero anche se sto ricevendo pressioni da tutti i miei di restare in campo come padre fondatore del movimento". Il leader del Pdl coglie però l'occasione per lanciarsi in un peana di Angelino Alfano: "E'il nostro segretario a pieno titolo e con il sostegno di tutti". Eppure qualcuno sostiene, insiste Vespa, che dopo il suo intervento a villa Gernetto la leadership del segretario del PdL si è indebolita. Non è più difficile, adesso, riprendere un dialogo con l'area di centro che sta faticosamente formandosi? Silvo è categorico: "Questo qualcuno sbaglia di grosso. Sarà Alfano a prendere gli accordi con le altre componenti del centrodestra. Se metteranno giudizio". Secondo Silvio Berlusconi, le primarie del PdL "saranno un evento storico non perchè saranno le prime nella storia del nostro movimento, ma perchè dovranno scegliere il successore di Berlusconi". Dunque, "un confronto - sostiene l'ex premier - aperto, libero, di alto profilo politico, un confronto di personalità all'interno del nostro movimento che vogliano segnalarsi come protagonisti, che portino avanti la tradizione e i valori della nostra rivoluzione liberale, che risveglino negli italiani lo spirito del 1994 per salvare il paese e impedire che sia governato dalla sinistra". "Una delle motivazioni che mi hanno indotto a rinunciare a una nuova candidatura a palazzo Chigi - prosegue Berlusconi nel libro di Vespa - è perchè alcuni leader del centrodestra sono afflitti da un vero complesso nei miei confronti. Così, senza di me sarà più facile ricompattare tutti gli elettori dell'area moderata dentro una sola coalizione. Questo è l'unico modo per battere la sinistra, che dal 1948 a oggi rappresenta la minoranza degli italiani rispetto alla maggioranza dei moderati". E' un invito a Pier Ferdinando Casini? "Casini non può tradire una tradizione di alternativa alla sinistra, che risale appunto alla vittoria dei democristiani e dei partiti moderati del '48". Luca Cordero di Montezemolo? "E' scontato che il suo movimento faccia parte del centrodestra". Gli alleati del PdL che appoggiarono il suo governo dopo l'abbandono di Fini - chiede ancora Vespa a Berlusconi - sostengono che esiste un patto secondo cui dovrebbero avere 19 seggi sicuri. "In democrazia, dove il voto popolare è libero, non esistono seggi sicuri per nessuno. Ma mi lasci dire che sono grato a tutti i parlamentari che, anche sfidando l'impopolarità, hanno sostenuto con convinzione il mio governo".