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Silvio prepara il tranello:spera nel flop delle primarie

Berlusconi confida in una cancellazione delle consultazioni o nella scarsa affluenza. Alfano invece le difende: "Mi fido dei miei avversari. Sia una gara low cost"

Andrea Tempestini
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  di Barbara Romano Tic tac tic tac tic… Il suono rimbomba sinistro nei corridoi di via dell'Umiltà, dove il Cav ha piazzato una bomba prima di involarsi per Malindi, nel resort dell'amico Flavio Briatore. Una bella bomba a orologeria innescata per far saltare le primarie.  Che la consultazione popolare per la scelta del candidato premier gli faccia venire l'orticaria, non è un mistero riguardo uno come Silvio Berlusconi, per il quale la leadership si conquista e si esercita, non si discute. Tant'è che nella conferenza stampa a Villa Gernetto ha escluso categoricamente che il fondatore del Pdl possa sottoporsi al vaglio del suo elettorato di riferimento. Ma la sua idiosincrasia per il tema in questione va oltre la suscettibilità urtata del capo. Lui non intende limitarsi a non fare niente per le primarie, per le quali ha già giurato che non sborserà un euro. Berlusconi le primarie le vuole sabotare. Come? Chiamando uno a uno i politici a lui più vicini (e lontani) per convincerli a scendere in campo. L'obiettivo è creare dei candidati di disturbo per disperdere i voti pro Alfano.  A convincerlo, secondo fonti del Pdl, sono state le «amazzoni», nostalgiche dell'età dell'oro forzista, che tentano da mesi di riattizzare nel Cav lo spirito del '94. Ad alzare la cornetta, invece, è stato proprio Berlusconi. «Mi ha chiamato il presidente per dirmi di candidarmi alle primarie», confida una delle persone che si sono già iscritte alla gara del 16 dicembre. E a suo dire c'è la regia del Cav anche nella candidatura dell'ex ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, nemico più acerrimo di Berlusconi (dopo Fini) quando era ancora al governo.  Ciò che le «erinni» criticano delle primarie è che non siano aperte come sostiene il gotha pidiellino, in primis il segretario. «Sono scritte per far vincere uno per alzata di mano, cioè Alfano», protesta la deputata Michaela Biancofiore. Lei e Daniela Santanchè attaccano le primarie prendendo di mira le regole. Contestano i tempi. Cioè il fatto che il comitato di presidenza del partito ratificherà la normativa mercoledì prossimo e solo dopo una settimana verranno ufficializzate le candidature. «Se fossero primarie vere, qualunque iscritto al Pdl dovrebbe poter partecipare», osserva la Biancofiore, «e tu non dai nemmeno un mese di tempo alla gente per decidere?».  Mentre le fedelissime del Cav continuano a remare contro le primarie nell'attesa che Berlusconi torni dal Kenya a dare loro manforte, Alfano tira dritto per la sua strada che porta dritto al 16 dicembre. Per lui, le primarie di faranno. Lo dà talmente per scontato, da discutere già il modus e il conquibus dal pulpito virtuale di Facebook, dove il segretario dà carta bianca sulle regole. «Le scrivano i miei competitori, io mi fido di loro». Ma poi tre condizioni vuole dettarle lui: «Che il vincitore sia quello che prende più voti, che le candidature siano sostenute da un minimo reale di supporto nel Paese, che le primarie siano per tutti e non solo per chi ha milioni da spendere, perché di questi tempi sarebbe uno schiaffo in faccia agli italiani». Insomma, primarie low cost, candidati seri e che vinca il più votato: sono i paletti a cui tiene Alfano. Al punto di volerli diramare anche via Twitter e Youtube.  Berlusconi, intanto, si gode gli ultimi scampoli di apparente relax in Kenya, dove pensa e ripensa al progetto che ha affidato ai suoi e a cui metterà mano personalmente lunedì al suo rientro: rifare Forza Italia. Con una lista composta da deputati che lui definisce «lealisti», non necessariamente giovanissimi, e implementata da una nuova ondata di esponenti della società civile, questi sì preferibilmente di nuova generazione. In cantiere c'è anche una seconda lista di imprenditori, la cui prima mossa sarà dimezzarsi lo stipendio di parlamentari, se non rinunciarvi del tutto, per dare una sberla all'antipolitica. Il Cav intende sceglierseli a uno a uno, certo com'è che si tornerà a votare con il Porcellum.  

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