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Bersani: "Grillo e Di Pietro? Non fanno bene al Paese"

Pierluigi Bersani

Andrea Tempestini
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  Tutte le luci del dibattito politico sono puntate sul "ticket dei mostri", il nuovo asse, quello tra Beppe Grillo e Antonio Di Pietro. Della "coppia" parla anche il segretario del Partito Democratico, Pier Luigi Bersani. Il giudizio del leader del Pd è netto: "Una direzione che non è utile al Paese". Bersani, insomma, dimostra di aver paura dei "mostri" e cerca di sminuirne la minaccia. E non fa nulla per nasconderla, questa paura: "L'eventuale alleanza penso che non sia utile all'Italia, né come modello democratico né come direzione di marcia per il Paese in crisi", ha spiegato Bersani a margine dell'incontro con il candidato cancelliere della Spd, Peer Stenbruck. Secondo il segretario democratico "bisogna lavorare in un contesto europeo. Non so se sia vero che Di Pietro ha preso questa direzione (quella che porta a Grillo, ndr), ma uno va dove lo porta il cuore". "Vedremo che farà al governo" - Bersani prosegue nella sua tirata, e invoca che si esca "dall'eccezionalismo italiano, che ci ha già creato un sacco di guai. Prima o poi quel movimento deve porsi il problema del Governo - ha proseguito riferendosi sempre a Grillo -, perché l'idea generica di raccogliere il distacco e la rabbia dei cittadini non porta soluzioni. Adesso si arriva al dunque e voglio vedere da quel lato quali saranno le proposte per i problemi dell'Italia: l'Europa, l'euro, la questione economica e sociale e la questione del lavoro. E voglio anche capire che modello democratico propone. Noi - ha aggiunto Bersani - facciamo le primarie guardando la gente all'altezza degli occhi e giriamo anche sulla rete. Quando ci saranno le candidature le faremo guardando la gente all'altezza degli occhi - ha ribadito -, perché pensiamo ad un certo modello di democrazia rappresentativa per il Paese". Una giornata difficile - Per Grillo, questo venerdì 2 novembre, è una giornata difficile, costellata da attacchi e insinuazioni. Per primo, si continua a discutere del suo "endorsment" a favore di Di Pietro al Quirinale, e le interpretazioni puntano il dito contro il vero obiettivo del comico: "risucchiare" quei pochi voti che ancora raccoglie l'Italia dei Valori. Poi il duro attacco di Federica Salsi, il consigliere comunale di Bologna ospite a Ballarò, che risponde all'attacco di Grillo affermando che "è come Berlusconi". Infine le bordate del "primo dei dissidenti", Valentino Tavolazzi, consigliere comunale a Ferrare espulso dal Movimento, che rincara contro le 5 Stelle: "Sono vittime di violenza, cinismo e regole antidemocratiche. Le liste sono chiuse e vige la totale assenza di garanzie di controllo e trasparenza sulle operazioni di voto e sui risultati elettorali, gestite dalla Casaleggio ed Associati, che non di rado ha censurato post o commenti nel blog e nel portale".  

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