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Il tesoro di Fini alla CameraNel cassetto c'è mezzo miliardo di euro

Gianfranco Fini e Ugo Zampetti

Montecitorio si tiene in cassa 560 milioni di euro tra fondo di solidarietà e fondo cassa

Nicoletta Orlandi Posti
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  Nelle casse di Montecitorio c'è un mezzo miliardo di euro che non si sa bene a cosa serva. Non c'è scritto nel bilancio consuntivo per il 2011, né in quello per il 2012. Le note non lo spiegano o ne parlano in maniera oscura, fatto sta che la Camera ha un fondo cassa di 369 milioni (cioè i soldi che sono avanzati tra le spese fatte e i fondi stanziati) più altri 200 milioni di un fondo di solidarietà che dovrebbe stanziare gli assegni di fine mandato, i contributi pensionistici e l'assistenza sanitaria dei deputati. In totale, denuncia il Fatto, 560 milioni di euro che diventano circa con la spending review che ha imposto a Montecitorio di rinunciare a 50 milioni di euro per la propria dotazione per gli anni 2013-2015 e di attingere al fondo di solidarietà.  Il problema è perché tenere fermi tutti questi soldi. Una risposta potrebbe darla il segretario generale di Montecitorio Ugo Zampetti, il burocrate più alto in grado, cioè l'interfaccia della Presidenza della Camera. "Sta lì dal 1999", denuncia la radicale Rita Bernardini al Fatto, "ha uno stipendio di 500 mila euro lordi, è stato eletto da una maggioranza semplice, ma non può essere allontanto se non con il voto di una maggioranza qualificata dentro l'ufficio di presidenza". Tanto più, spiega al Fatto, che i nuovi regolamenti non prevedono emendamenti al bilancio interno della Camera, ma solo ordini del giorno in cui la parola "impegna" è stata sostituita da quella "invita".   

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