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Macchè vittoria del PdBersani ha perso metà dei voti

Pierluigi Bersani

Nel 2008 i democratici con la candidata Finocchiaro raccolsero 505mila preferenze, crollate oggi a 257mila. E il 13,4% è meno di un punto sopra il 12,6 del Pdl

Matteo Legnani
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  Nelle ultime tornate elettorali ssi assiste  a una curiosa inversione di tendenza: Il Pd, che era campione nel cospargersi il capo di cenere al termine di ogni spoglio, ora canta vittoria che neanche Tardelli dopo il gol mundial. Il Pdl , che secondo verbo berlusconian-forzista, nell'epoca d'oro non avrebbe ammesso di aver perso qualche voto nemmeno se torturato dal un dentista, oggi corre a nascondersi non appena i risultati vengono ufficializzati. Capitò alle amministrative dello scorso anno, quando Angelino Alfano andò in tv ad ammettere elegantemente la sconfitta, salvo essere sgridato da Berlusconi il giorno dopo. Viceversa, queta mattina i big del Pd, Pierluigi Bersani in testa, hanno urlato al trionfo siciliano. Ma i numeri dicono altro. E non solo per quel 30,5 raccolto da Rosario Crocetta, col quale il presidente eletto difficilmente governerà senza inciuci, accordi e intrallazzi. I numeri del Partito democratico fanno apura. E non perchè troopo grandi. Anzi. Se si confrontano i voti che il partito raccolse nel 2008 con la candidatura di Anna Finocchiaro si vede che il Pd a trazione Crocetta li ha dimezzati: erano 505mila quattro anni fa, sono 257mila oggi. Anche considerando i valori percentuali, ci si rende conto che Bersani e dintorni hanno in realtà ben poco da festeggiare: il Pd 2012 prende il 13,4%, oltre sei punti in meno rispetto al 18,7 del 2008. Il Pdl si è fermato a 12,6, cioè appena lo 0,8% in meno degli avversari (ma comunque un terzo di quanto raccolto nel 2008). Ora, è vero che la Sicilia è sempre stata una regione a trazione centro-destra. Ma uno scarto del genere non può essere tale da indurre il Pd al trionfo e il Pdl ad auto-flagellarsi (tenendo conto pure del fatto che la candidatura di Miccichè ha seriamente danneggiato la performance del partito). Forse dalle parti di via dell'Umiltà dovrebbero fare un bel respiro, darsi una calmata e smettere di parlare a vanvera. La crisi dei partiti c'è, ma loro non sono gli unici appestati.  

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