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L'ultima mossa del Cavaliere:una lista con Bossi e Tremonti

Berlusconi, Bossi e Tremonti

Andrea Tempestini
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  di Salvatore Dama Oggi Silvio Berlusconi è atteso a Roma dai dirigenti del Popolo della Libertà per un chiarimento. Vogliono l'interpretazione autentica della sfuriata di Villa Gernetto. Se si è trattato di uno sfogo personale, bene: secondo i colonnelli, il Cavaliere aveva tutte le ragioni per avercela con il mondo intero, dopo la condanna a quattro anni per il processo Mediaset.  Se invece l'ex premier ha voluto tratteggiare la nuova linea politica del partito, male: significa aver delegittimato la strategia del segretario politico e aver svuotato di significato le primarie indette per il 16 dicembre.  Silvio ieri ne ha parlato al telefono con Angelino Alfano e altri: «Voi andate avanti con l'organizzazione. Le primarie servono a dare nuovo slancio al partito. Ma il mio passo indietro non significa che debba ridurmi al silenzio mentre i giudici mi infilzano», ha tenuto a precisare il Cavaliere rivendicando il diritto all'iniziativa politica. E lasciando intendere che, nelle prossime settimane, le scorribande mediatiche dell'ex presidente del Consiglio saranno sempre più frequenti.  L'uragano Silvio: «Avete visto Grillo in Sicilia?», i voti si riversano nel terreno  dell'antipolitica,   ed è lì che l'uomo di Arcore vuole lanciare la sua sfida. Con una dialettica anti-tasse, anti-Monti e soprattutto polemica verso i giudici. Non gliene frega niente se oscura il delfino e se mette in imbarazzo i colonnelli con repentini cambi tattici. Sta lavorando alla sua “cosa” nuova. E non ha intenzione di annunciarla tanto presto: «Ho già dimostrato in vita mia di poter organizzare un partito vincente in due mesi...». Quindi il dualismo sarà la regola del Pdl ancora per parecchie settimane. Questo sì che è sicuro.    È tanto che Berlusconi non riuscisce la dirigenza azzurra. Succederà in giornata. Poi Silvio deciderà  se vedere anche i coordinatori regionali del Pdl o se lasciare la pratica ad Alfano. Anticipando a domani la partenza per il Kenya, destinazione Malindi.  I rapporti sono tesi. L'ex Guardasigilli gli ha mandato a dire che la fiducia a Monti rimane intatta, anche sul ddl anti-corruzione, e che la maggioranza del Pdl sta con lui. Di rimando Silvio ha attibuito al giovane segretario una parte delle responsabilità della sconfitta siciliana: «Io avevo chiuso l'accordo con Miccichè, fosse stato per il sottoscritto avremmo vinto. Ma quei due l'hanno fatto saltare:  si odiano...».  Ciò non significa che debba rimettere il mandato: «Deve continuare a fare il segretario. Mi serve che stia lì». Il Cavaliere ha altro a cui pensare. È tutto preso dal capire che agibilità politica possa avere una sua lista personale, che spazi e che margini di consenso. Ieri sera Berlusconi aveva invitato a cena ad Arcore Umberto Bossi, Giulio Tremonti e Roberto Calderoli. Appuntamento saltato all'ultimo momento, pare. Ma è chiaro il progetto di Silvio: nel suo movimento vuole coinvolgere anche la “vecchia guardia” del Carroccio, che adesso ha meno spazi da quando Roberto Maroni è diventato segretario. E, pur di allargare la rete di contatti, Berlusconi ha anche fatto pace con il suo “odiatissimo” ex ministro dell'Economia. Al quale adesso avrebbe proposto una nuova avventura politica comune. Come ai bei vecchi tempi.  

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