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Pansa: qualcunofaccia il Ppie lo dia a Monti

Il Pdl è allo sbando e Berlusconi è l'ombra di se stesso. L'unica cosa da fare nel centrodestra è fondare un nuovo partito e affidarlo a un leader capace

Matteo Legnani
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  La sigla Ppi indica il Partito popolare italiano. L'aveva creato nel 1919 don Luigi Sturzo e il fascismo l'ha poi soffocato. Nel dopoguerra al suo posto è nata la Democrazia cristiana, il nostro partito moderato che ha governato, nel bene e nel male, sino a Tangentopoli. Oggi la Dc non esiste più, ma in Europa c'è il Partito popolare europeo, di fatto guidato dal cancelliere tedesco Angela Merkel. Il Ppe raggruppa partiti di centro, di centrodestra e di centrosinistra. Compresi il partito di Silvio Berlusconi e quello di Pier Ferdinando Casini.  Un Partito popolare italiano ci manca. E a mio parere i superstiti del Pdl, fondato dal Cavaliere nel novembre 2007, farebbero bingo a inventarlo. Sarebbe l'unico modo per smetterla di fabbricare danni al Paese e a se stessi. Qualcuno potrà osservare che alle elezioni manca appena una manciata di mesi. Un tempo troppo breve per una rifondazione totale. Ma è un'obiezione da respingere. I superstiti del Pdl devono lavorare per un futuro più lontano dell'aprile 2013. Tuttavia, se vogliono far sì che l'avvenire non sia una chimera, potranno anche presentarsi agli elettori con l'abbozzo di un progetto chiaro e diverso dalla minestra riscaldata.  Il Bestiario suggerisce di creare il Partito popolare italiano. Il passo successivo è affidarlo a un leader in grado di sfidare il blocco avversario. Sempre il Bestiario consiglia Mario Monti. Leggi l'articolo integrale di Giampaolo Pansa su Libero del 21 ottobre  

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