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Fini: invece di scappare a Montecarlova a commemorare El Alamein

Il presidente della Camera in Egitto per ricordare il 70esimo anniversario delle battaglie

Lucia Esposito
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  Non si è dimesso neanche dopo le nuove carte sulla casa di Montecarlo pubbilcate dall'Espresso, ha detto di non aver mentito agli italiani e di volere andare avanti "a testa alta", ha addossato la responsabilità ai famigliari della sua compagna Elisabetta ed è effettivamente andato avanti. Inamovibile, inscalfibile.  Oggi, sabato 20 ottobre, Gianfranco Fini è andato ad El Alamein per partcipare alle celebrazioni del 70esimo anniversario delle battaglie. Una visita istituzionale. E' stato accolto dall'ambasciatore d'Italia in Egitto, Claudio Pacifico, accompagnato dal Capo di Stato Maggiore della Difesa, Generale Biagio Abrate, dal Commissario Generale per le Onoranze dei Caduti di guerra, Generale C.A. Vittorio Barbato, e da una ampia delegazione parlamentare. Fini ha ripreso la sua attività istituzionale come se non fosse successo nulla. L'ennesima giravolta politica di Gianfranco comincia da qui, in questo luogo dove le truppe italiani resistettero valorosamente prima di cedere durante la seconda guerra mondiale, morirono  17mila soldati.  I nostri uomini della divisione corazzata Ariete e della  divisione paracadutisti Folgore si distinsero particolarmente nei  giorni della battaglia opponendo una resistenza strenua alle truppe   britanniche, al punto che il valore della Folgore venne in seguito   pubblicamente ed esplicitamente riconosciuto dallo stesso primo   ministro britannico Winston Churchill. Oggi Fini è tornato qui. Un timido tentativo di ricucire con un passato che aveva archiviato o solo un tentativo pre-elezioni per riaccreditarsi agli occhi dei suoi elettori? Senza vergogna “Nel corso delle numerose cerimonie”, si legge  in una nota, “è prevista in particolare l'inaugurazione del "Cippo  numero uno" del Parco storico della Battaglia di El Alamein, donato  dal presidente della Camera, e su cui Fini ha fatto imprimere la  seguente iscrizione: "Sempre viva sarà la riconoscenza dell'Italia   per i suoi soldati che su queste dune immolarono la loro vita,   fieramente animati dall'amor di Patria e dal senso dell'onore   militare. Che il ricordo di tanto eroico sacrificio sia perenne   veicolo di pace e di concordia tra le nazionì”. Altri cippi, già   posizionati sul Campo, sono stati donati da deputati di diversi gruppi  parlamentari. Fini adesso cerca di riaccreditarsi. Lo fa ad El Alamein, un luogo fortemente simbolico per l'Italia, per il fascismo, per la resistenza e l'eroismo dei nostri soldati sul fronte del Nord Africa nel corso della Seconda guerra mondiale. Il presidente della Camera parla di amor patrio e di senso dell'onore.  Eppure molti italiani avrebbero ancora molte domande da fargli, prime tra tutte quelle sulla casa donata dalla contessa Colleoni al partito e finita nella disponibilità del cognato Giancarlo Tulliani...  

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