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Alfano stoppa Formigoni: "Non si vota a dicembre"

Nell'agenda del segretario Pdl le elezioni anticipate in Lombardia, ma anche quelle in Sicilia e la nuova grana giudiziaria da Milano

Roberto Procaccini
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  Picchia e medica, strappa e ricuce. Angelino Alfano ha il suo dafare. Il primo bersaglio è Roberto Formigoni. Dice il segretario del Pdl: "Non auspico che in Lombardia si voti a dicembre - come invece vorrebbe il presidente dimissionario - La scelta spetta al prefetto" e quindi non ai desiderata del Celeste. Dopo l'affondo, Alfano porge l'altra guancia: "Con Formigoni abbiamo avuto una discussione molto chiara. Condividiamo l'obiettivo di candidare un uomo o una donna del Pdl per dare continuità - qui la carezza - ad una regione che è stata ben amministrata". La grana Sisler - Da Milano non arrivano che grattacapi per il Pdl. E' di oggi l'avviso di garanzia per Sandro Sisler, coordinatore provinciale del partito, indagato per corruzione. "Cacceremo i ladri, i ruba-galline, i malfattori e i gaglioffi - tuona Alfano - Sarà tolleranza zero-". Prima la Sicilia - A Palermo per una conferenza stampa con Saverio Romano, ministro per le Politiche Agricole nell'ultimo governo Berlusconi, Alfano deve preoccuparsi delle regionali siciliane: per Palazzo d'Orleans il voto è fissato per il 28 ottobre. "Vorremmo che l'area politica che si è riunita qui in Sicilia - ha detto il segretario - sia il nucleo del centrodestra del futuro". Peccato che il candidato presidente, Nello Musumeci, sia esterno al Pdl. "Come partito maggiore della coalizione - spiega Alfano - abbiamo il dovere di non arroccarci, perchè chi si arrocca sull'egoismo di partito rischia di rimanere isolato". E poi ribadisce: "Da noi è sempre prevalsa l'idea di stare in coalizione ne sentiamo la responsabilità anche se non con un candidato squisitamente espresso da noi". Musumeci, inoltre, per Alfano merita tutta la sua fiducia: "E' onesto perchè ha saputo governare mantenendo le mani pulite. E' uscito con un giudizio positivo che i catanesi e i siciliani ricordano benissimo". La rottamatrice - E poi c'è Daniela Santanchè, che chiede a gran voce le dimissioni di tutti i big per la rifondazione del Pdl. Alfano risponde seccamente: "Sono personalmente impegnato nella ricostruzione del centrodestra italiano". Non ci sono alternative e non sono ben viste separazioni, altrimenti "i moderati dovranno rassegnarsi a cedere il passo ad una sinistra che vuole sempre più tasse. Il Pdl - ricorda - non è di estrema destra, non è il partito di Le Pen, non è contro l'euro e per l'uscita dall'Ue. Detto questo - conclude - non ho alcun problema personale con la Santanchè".  

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