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Monti: "Abbiamo fatto errori, ma non sono pentito. Ddl stabilità: sì a modifiche, ma i saldi non si toccano"

Giulio Bucchi
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  Qualche errore nella politica economica del governo c'è stato, "per la fretta", ma "non c'è alcun rammarico o pentimento per la scelta della politica economica". A dirlo è il premier Mario Monti nella conferenza stampa di Bruxelles al termine della due giorni di incontri con i partner europei. Il concetto, riassunto, è questo: sì, abbiamo tassato gli italiani, forse un po' troppo, però si doveva fare e dunque occorre mettersi l'anima in pace. E quasi per dare un contentino, il professore assicura: "Non faremo un'altra manovra. Quello  dell'Italia, ha evidenziato, è "un atteggiamento molto determinato sulla finanza pubblica" e questo, al contrario di altri Paesi, "ci ha consentito di evitare la rincorsa tra recessione e manovra aggiuntiva che, a sua volta, determina altra recessione". Non pago, il presidente del Consiglio ha ribadito come la combinazione tra Iva e Irpef (il trucchetto della legge di Stabilità che dà agli italiani 5 miliardi e ne toglie 6,5) sia "la migliore".  Legge di stabilità - All'ordine del giorno c'è, appunto, soprattutto il ddl Stabilità, assai criticato un po' da tutto l'arco parlamentare. In questo senso, ha sottolineato Monti, il governo è disponibile a valutare modifiche, ma senza che vengano toccati i saldi. "Naturalmente, la legge di Stabilità è sempre portante della strategia di un governo e quindi non va giù come un bicchiere d'acqua - ha spiegato il premier -. Noi prenderemo in considerazione tutte le considerazioni critiche. Siamo pronti a modificare la legge in Parlamento. Ovviamente non possiamo permetterci di essere disponibili a modifiche dei saldi". In quest'ottica, diventa assai difficile pensare a passi indietro sostanziali sui tagli agli sgravi, alle detrazioni e alle deduzioni.  Ddl corruzione - "Le resistenze dei partiti le abbiamo superate, non c'era da parte loro un grande entusiasmo per il ddl sulla corruzione", ha quindi commentato il premier a proposito dell'altro provvedimento caldo portato avanti dal ministro della Giustizia Paola Severino. "Non mi risulta che governi precedenti abbiano fatto provvedimenti più esemplari di questo", ha punzecchiato Monti. "Ci sono aspetti del provvedimento su cui avremmo voluto andare più in là ma se il ddl sarà approvato così com'è alla Camera sarò soddisfatto. E chi oggi lo critica - ha concluso - non avrebbe scommesso qualche mese fa di vederlo tradotto in legge".  Produttività, verso l'accordo - Monti contava di presentarsi a Bruxelles già con qualcosa di concreto in mano sulla legge sulla produttività. Non c'è riuscito, però il fatto non gli toglie il sorriso. "Ho rappresentato alle istituzioni comunitarie dei progressi del nostro paese sui conti pubblici, sulla spending review, sul titolo V della Costituzione, sul ddl anti corruzione. Ma non ho potuto purtroppo ancora riferire di un accordo con le parti sociali per una maggiore produttività. Spero sia possibile presto, sono fiducioso". Il premier ha anche ricordato che il governo ha messo a disposizione dei fondi nel caso in cui le parti trovino un accordo: "c'è a disposizione una somma rilevante - ha detto - un miliardo e seicento milioni, ma ci sarà uno strettissimo e verificabile aggancio all'effettivo incremento della produttività".     

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