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Salvateci dal suo sogno: vuole il Quirinale (o come alternativa l'Europa)

Massimo D'Alema

Baffino (forse) non si ricandida, ma punta alla presidenza della Repubblica o a un ruolo nell'Unione Europea

Andrea Tempestini
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  di Marco Gorra Il guaio è che D'Alema non è uno che gli dai un museo e a posto così. L'ex premier è un peso massimo, e la compensazione per la non ricandidatura ha da essere commisurata. Meglio se rispondente al profilo internazionale che l'uomo si è costruito negli anni. L'operazione di ricollocamento di D'Alema ha appena iniziato a dare grattacapi al Pd. Per ora il toto-Baffino segna Bruxelles: commissario europeo. La cui nomina è governativa e col Pd sicuro azionista di maggioranza del prossimo esecutivo è blindabile a costo zero. Poi si tratterebbe di portare a casa quanto più bottino possibile in termini di deleghe (e magari la qualifica di vicepresidente). C'è però chi sostiene che, ancorché prestigioso, il posto di commissario suonerebbe un po' come una deminutio per uno pur sempre papabile quirinalizio. La partita è solo all'inizio.  

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