Melandri al Maxxi, pioggia di polemiche: contraria anche la sinistra
L'onorevole del Partito Democratico annuncia il ritiro dall'attività parlamentare ma si ricicla subito: nominata dal ministro della Cultura, Lorenzo Ornaghi
Rottamata e riciclata a tempo record. Neanche il tempo di "ufficializzare" il ritiro dalla politica dopo cinque legislature, e Giovanna Melandri del Partito Democratico trova subito un nuovo lavoro. E che lavoro: la democratica va alla guida del Maxxi, il Museo nazionale delle arti di Roma. La conferma ufficiale è arrivata dal dicastero: "Il ministro per i Beni e le Attività Culturali, professore Lorenzo Ornaghi, e l'onorevole Giovanna Melandri, prossimo Presidente della Fondazione MAXXI - Museo nazionale delle arti del XXI secolo", martedì prossimo, alle 11,30, terranno una conferenza stampa al Maxxi per illustrare"le principali linee di azione e sviluppo del Museo". Venerdì 19 ottobre, la Melandri ha comunicato all'onorevole Dario Franceschini, capogruppo alla Camera del Partito Democratico, di aver avviato le procedure per le dimissioni da parlamentare". E' quanto si legge in una nota dell'ufficio stampa della parlamentare del Pd. Quale miglior rottamazione (per un'appassionata d'arte) che finire a capo di uno dei più importanti musei italiani? La decisione di Ornaghi ha sollevato un vespaio: le critiche sono piovute sia da destra sia da sinistra. Dura la nota dei senatori del Pdl Anchille Totaro ed Enzo Fasano: "Ha ragione l'onorevole Marsilio, il ministro Ornaghi merita il licenziamento. La lottizzazione rossa con la Melandri è vergognosa. Dimostreremo che si tratta di un caso da parentopoli. Ci sono legami con l'apparato del ministro. Ai Beni culturali - hanno concluso - c'è qualche cugino di troppo". Vendola e Idv contro la nomina - Ma tant'è. La Melandri non ha perso tempo e ha subito ringraziato Ornaghi "per la proposta di assumere la resposnabilità del Maxxi in qualità di presidente. Si tratta di un'istituzione culturale di straordinaria importanza nella rete dei musei dedicati all'espressioni delle arti contemporanee del mondo. E' per me un grande onore assumerne la presidenza". Peccato però che la decisione non piaccia nemmeno a sinistra. O quantomeno non piace a tutti (scontato il plauso del Pd). Duro il commento di Nichi Vendola: "Nulla di personale contro la Melandri, che io stimo molto, ma l'ex ministro è attualmente parlamentare. Quindi stilisticamente mi pare una cosa complicata da digerire. Non è un bel gesto da parte del governo", ha tagliato corto. Dello stesso tenore le contestazioni della responsabile Cultura e Istruzione dell'Italia dei Valori, Giulia Rodano: "Stimo la Melandri, e proprio per questo spero che comprenda che la sua nomina è un errore politico. Nella sua esperienza politica e parlamentare, la Melandri ha infatti acquisito sicuramente competenze in materia di politica culutale. Ma l'errore compiuto dal ministro Ornaghi sta nell'opacità del metodo scelto". Cicchitto: "Scelta incredibile" - Una pioggia di critiche è arrivata anche da destra. Caustico il commento del senatore del Pdl Stefano De Lillo: "E adesso aspettiamoci che il ministro Ornaghi proponga Massimo D'Alema per il Teatro alla Scala. Infatti con la nomina della Melandri alla presidenza del Maxxi il governo sembra volersi specializzare nel trovare poltrone agli eccellenti rottamati del Pd. Siamo dinanzi ad una decisione molto grave, che nulla ha a che vedere con la cultura ma è soltanto bulimia di potere". Quindi Fabrizio Cicchitto, capogruppo del Pdl alla Camera: "Quello che ha fatto il ministro Ornaghi ha dell'incredibile. Ho la massima stima per l'onorevole Melandri, ma proprio per questo e per il riconoscimento della sua caratterizzazione politica molto marcata certamente reputo la nomina fatta da Ornaghi un autentico fuor d'opera". Contrario alla nomina anche l'Udc, che ha preso posizione con Gian Luca Galletti, presidente dei deputati: "Fermo estando il rapporto di stima nei confronti dell'onorevole Giovanna Melandri, riteniamo del tutto inopportuna la scelta del ministro Lorenzo Ornaghi di nominare la collega alla presidenza del Maxxi di Roma". Il curriculum - La Melandri, a soli 36 anni, fu nominata ministro dei Beni Culturali da Massimo D'Alema nel 1998, e fece il bis con Amato, mentre con Prodi, dal 2006 al 2008, fu la titolare del dicastero di giovani e sport. Ma la carriera politica dell'onorevole del Pd era iniziata nel solco delle tematiche ambientali: laureata in economia con una tesi sulla riforma fiscale di Regan, la Melandri, da giovanissima, ricoprì diversi e significativi incarichi in Legambiente. Poi l'avvicinamento alla politica con l'ingresso nella direzione nazionale del Pds nel 1991. Eletta deputata per la prima volta nel 1994 a 32 anni, dal 1996 al 1998 è stata responsabile di comunicazione e cultura per i Ds.