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Alleanza Lega-Pdl? E' come mettere insieme cani e gatti

L'ex sindaco di Milano non si sbilancia sulla candidatura alla Presidenza della Regione

Lucia Esposito
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  Fare una coalizione tra cani e gatti, con questa diversità strategica, è qualcosa che crea imbarazzo a tutti". Gabriele Albertini sintetizza con questa metafora la distanza programmatica tra Pdl e Carroccio, che spiega così: "Ho grande rispetto per i colleghi della Lega, però noi siamo in Europa con il Ppe e loro sono con il gruppo Europa della libertà e della Democrazia, il partito più contrario agli Stati uniti d'Europa, all'euro e a tutto ciò che stiamo costruendo".   L'ex sindaco di Milano, ospite di Agorà su Rai Tre, auspica che "l'alleanza con la Lega sia decisa attraverso un congresso del partito e non da un ceto dirigente ristretto. Vorrei che questo fosse definito in un'assemblea più cospicua dei pochissimi intorno alla corte dell'imperatore", aggiunge.   L'eurodeputato Pdl, sempre a proposito dell'ipotesi di primarie di coalizione tra Pdl e Lega, si dice "favorevole alla competizione tra chi è chiamato a rappresentare i cittadini, però - avverte - sono perplesso sul fatto che si ipotizzino delle primarie di coalizione tra due partiti che sono diversi per progetti, storia e caratteristiche".  La "M" che manca Gabriele Albertini spiega che "dirò cosa ho deciso dopo essermi consultato con me stesso e con qualcuno che mi consiglia" e l'ex sindaco di Milano spiega, dallo studio di Agorà su Rai Tre, che "ho perso i miei due maestri, che erano Montanelli e Martini, però ho forse qualche altro che potrebbe consigliarmi. Hanno anche loro le iniziali con la 'M' di Milano". L'eurodeputato Pdl, a proposito della sua possibile candidatura alla presidenza della Regione Lombardia, rispondendo ad Andrea Vianello che gli chiedeva se il terzo consigliere con la 'M' fosse Mario Monti, concede solo un "può darsi". La battuta su Minetti La battuta su Nicole Minetti "ricollocata" come attrice di un film di Tinto Brass gli costa il rimprovero della giornalista ospite in studio con lui, ma Gabriele Albertini spiega che non era quella la candidatura che, correva l'anno 2005, sconsigliò a Silvio Berlusconi. "Nel 2005 ho convinto il presidente Berlusconi, con una telefonata di un'ora, a non inserire nel listino bloccato non Nicole Minetti ma una degna persona, che però - spiega - aveva 21 anni e non era ancora laureata, che si chiama Lara Comi, attuale deputata europea. E' stata fuori non perchè non fosse commendevole, ma semplicemente perchè non doveva stare nel listino bloccato una persona che - sottolinea - aveva solo una confidenza con il capo del partito. Berlusconi quindi fece una scelta diversa e nel listino bloccato finì il capo di Gabinetto del sindaco di Milano".   Tornando alla Minetti, "adesso ci sarà una telefonata di Tinto Brass che la inviterà a fare un bel film che guarderò con grande piacere", dice l'eurodeputato Pdl a proposito delle dimissioni della consigliera regionale. Battuta di "cattivo gusto", lo gela la giornalista Maria Teresa Meli, presente in studio  

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