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Monti salva i disabili ma non le famiglie

Giulio Bucchi
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di Sandro Iacometti Sulla sostanza, non è cambiato nulla. L'aumento dell'Iva di un punto partirà dalla seconda metà del 2013, il taglio degli sconti attraverso franchigie e tetti sarà rettroattivo sul 2012, mentre il calo dell'Irpef per le prime due aliquote di un punto (dal 23 al 22% la prima e dal 27 al 26% la seconda) scatterà solo dal primo gennaio 2013. Su qualcosa, però, il governo ha fatto marcia indietro. E non si tratta di questioni di poco conto, visto che a saltare è stata la tassazione sulle pensioni di invalidità (ma resta per quelle di guerra) e il giro di vite per i permessi di assistenza ai disabili per i lavoratori pubblici. Provvedimenti che avevano fatto saltare sulla sedia anche i più accaniti sostenitori del governo Monti. «In attesa di valutare nel suo complesso la legge di stabilità giudico una prima nostra vittoria la cancellazione della assurda tassa sulle indennità di invalidità. Mortificare una fascia debole sarebbe stato inaccettabile», ha detto il presidente del gruppo Pdl al Senato, Maurizio Gasparri. Tra le altre cose, è rimasta la Tobin Tax sulle transazioni finanziarie, che vale un miliardo di euro. Per le banche, inoltre, lo slittamento di 5 anni del riallineamento dei valori ai fini di alcune imposte sostitutive comporterà il pagamento di 800 milioni in più per due anni, mentre per le assicurazioni l'aumento dell'acconto sulle riserve tecniche vale invece 623 milioni nel 2013 e 375 nel 2014. Tutti soldi che rischiano di essere scaricati sugli utenti finali.     Leggi l'articolo integrale di Sandro Iacometti su Libero in edicola oggi, mercoledì 17 ottobre

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