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Esodati, la Fornero dà i numeri: "Abbiamo soldi per 130mila"

Il ministro del Welfare: "Non sono pochi, ci vuole tempo per individuare chi sono. Ma la riforma non si tocca"

Giulio Bucchi
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  Gli esodati salvaguardati "sono 130 mila". Elsa Fornero, ai microfoni di SkyTg24, torna sul pasticcio di quei lavoratori, migliaia, che per effetto dell'ultima riforma delle pensioni sono rimasti senza lavoro né previdenza dopo aver aderito negli altri scorsi a programmi di "scivoli" e prepensionamenti. Il ministro del Welfare ha spiegato: "Il Governo non era al corrente dei numeri delle persone interessante da accordi collettivi o individuali che sono molto difficili da individuare. Si è trovato davanti a un fenomeno molto ampio e diffuso". Per questo, ha sottolineato, l'esecutivo "ha considerato salvaguardie che hanno interessato finora 120 mila persone, alle quali possono aggiungersene altre circa 10mila per effetto di una finestra mobile del ministro Sacconi (il predecessore della Fornero sotto l'ultimo governo Berlusconi, ndr). In 130mila hanno una salvaguardia, non è una cifra piccola. Molte non hanno ancora ricevuto la notifica del loro diritto di poter andare in pensione con i vecchi requisiti", ha concluso, ma l'Inps sta valutando tutte le domande ricevute. "Si tratta di individuare non delle categorie, ma persone con un nome e un cognome". "No alla legge Damiano e a controriforme" - Il problema degli esodati resta e va risolto, ma il sistema delle pensioni non si tocca. "Il Paese non si può permettere una controriforma", ha proseguito la Fornero, secondo cui "indietro non si torna". "Non sta a me bocciare o promuovere" le proposte dell'esponente del Pd Cesare Damiano, ha commentato il ministro, ma quella sugli scalini   "sarebbe una controriforma. E il Paese non si può permettere una controriforma. Sarebbe abbandonare la strada della sostenibilità finanziaria e quindi sarebbe molto problematico". La proposta di legge dell'ex ministro Damiano prevede che molti degli esodati possano mantenere le vecchie regole di pensionamento, prorogando il regime sperimentale fino al dicembre 2017 estendolo ai lavoratori uomini (oggi previsto solo per le donne e fino al 31 dicembre 2015). In pratica, potrebbero accedere a quel piano gli esodati di età compresa tra i 57 e i 60 anni con 35 anni di contributi, secondo vari scalini. La Ragioneria di Stato ha però bocciato la proposta di legge a causa dei costi che ne renderebbero impossibile la copertura: si parla di 5 miliardi di ammortizzatori sociali, ma ne potrebbero servire molti di più.  "Il Paese ha bisogno di riforme" - "Siamo un paese che ha bisogno di riforme - ha sottolineato la Fornero - e queste riforme sono scomode e inducono molti a cambiare i loro atteggiamenti: parlo del sindacato, delle imprese ma anche della classe politica". Fare le riforme "vuol dire anche scrollarsi di dosso delle abitudini". Più volte, rileva il ministro, "il presidente della Repubblica e il premier Mario Monti hanno esortato affinchè la parentesi del governo tecnico serva a migliorare gli standard della politica nel   nostro Paese, per arrivare ad una pratica migliore di quelle rappresentate sui giornali e che ci sconfortano". Il problema è che l'accoglienza di quelle stesse riforme "è stata nel complesso fredda. Ma parlare con le persone aiuta. Le riforme non sono di parte ma guardano al paese per interrompere il sentiero del declino  iniziato tanto tempo fa. Penso che il Paese lo capirà".        

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