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Lombardia, Lega: "Si va al voto ad aprile"

Roberto Formigoni

Il Carroccio concede solo una fiducia a tempo. Ma il governatore aveva detto: "Se non mi fate arrivare al 2015 lascio". Le voci: subito il passo indietro?

Andrea Tempestini
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Prevale la linea della base leghista, la linea di Matteo Salvini: ora Roberto Formigoni è all'angolo. Il Carroccio ha preso una posizione chiara, netta, dopo l'ultimo scandalo che ha toccato la giunta del Celeste (l'arresto dell'assessore Zambetti, che comprò voti dalla 'ndrangheta): "Si va al voto ad aprile, in contemporanea alle elezioni politiche". I progetti di Formigoni, che voleva arrivare fino al 2015, naufragano, affogati dalla Lega Nord, che chiede anche "dimissioni immediate per tutti i consiglieri regionali rinviati a giudizio". E ora non sono escluse le repentine dimissioni del governatore della Lombardia, che aveva chiarito di non accettare mandati a termine, ma che si trova in mano soltanto una fiducia a tempo. Le priorità leghiste - Secondo quanto scritto nel comunicato emesso al termine della riunione, il Consiglio federale leghista "ha individuato come prioritari due punti: la legge elettorale regionale e la legge di bilancio da approvarsi entro Natale". Esaurite queste funzioni, dunque, si dovrebbe andare al voto in aprile con un unico "election day". La riunione dei vertici del Carroccio è durata circa due ore e mezza: presente, tra gli altri, anche Umberto Bossi. Nel corso dei lavori è stata approvata la relazione illustrata dal segretario federale Roberto Maroni sull'attuale situazione della Regione Lombardia. Il Consiglio, dopo un'ampia discussione, ha dato mandato a Maroni e al segretario nazionale lombardo, Salvini, "di gestire la questione sia per quanto riguarda il nuovo assetto regionale, che per la durata della legislatura regionale". Formigoni: "Sorpreso"- Si è definito "sorpreso", Roberto Formigoni. "Gli accordi presi con Maroni e Alfano erano diversi, cosa è cambiato in 36 ore?" ha spiegato. "Aspetto che la Lega e Maroni si facciano vivi per spiegare questa loro posizione. Dopo 12 anni di buon governo in Lombardia è il minimo che possano fare". Il governatore racconta di aver provato a ricontattare il leader leghista dopo l'esito del consiglio federale, ma di non aver ottenuto risposta. "Allora ho finito per mandargli un sms con scritto 'richiamami per favore'". Poi, alla domanda se, cadendo la Lombardia, cadranno anche Piemonte e Veneto, il governatore lombardo ha risposto: "Sarà il Pdl a deciderlo". E sulla data delle elezioni: "Aspettare aprile non ha senso, non consentirò che i cittadini lombardi e le istituzioni vivano un così lungo periodo di incertezza. Maglio votare subito, perchè le giunte a tempo non hanno senso". Lega meno affidabile - Dal Pdl ha parlato il coordinatore nazionale Ignazio La Russa, il quale si è limitato a una frase lapidaria: "Conoscevo una Lega più affidabile". Ah, quando c'era Bossi... La Russa ha poi avallato la linea-Formigoni sul prossimo voto in Regione: "Se l'accordo non si trova, allora si vada a votare subito". La replica di Bobo - Maroni ha risposto in serata a Formigoni e al Pdl:  "La durata della legislatura in Regione Lombardia non faceva parte dell'accordo" ha precisato il segretario federale del Carroccio. "L'intesa raggiunta nel corso dell'incontro a Roma con il segretario del Pdl, Angelino Alfano, riguardava esclusivamente l'azzeramento della giunta regionale della Lombardia e la realizzazione di una nuova legge elettorale regionale entro Natale, mentre - sottolinea - non conteneva alcun riferimento alla durata della legislatura".

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