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Berlusconi: "Con la sinistra al governo stato di polizia fiscale"

Silvio Berlusconi

Berlusconi ripete l'appello ai moderati: "Insieme possiamo tornare al governo, ma non possiamo lasciare per strada nemmeno un voto. Col Pd disoccupazione e patrimoniale"

Andrea Tempestini
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Non si candiderà, forse, ha annunciato l'intenzione di farsi da lato. Ma di sicuro è tornato in campo, l'impegno in prima persona è ripreso. Silvio Berlusconi lancia la sua sfida alla sinistra: "Con loro al potere gli italiani avrebbero ancora più tasse e meno lavoro, avrebbero la patrimoniale e lo stato di polizia fiscale". Così il Cavaliere in un messaggio inviato ai democristiani del Pdl mette in guardia dal "pericolo rosso" che si potrebbe concretizzare con una vittoria della sinistra alla prossima tornata elettorale. L'ex premier poi insiste: "Con la sinistra al potere non ci sarebbe alcuna ripresa e ci troveremmo tutti più impoveriti, vittime di un circolo vizioso che si può riassumere così: più tasse, meno consumi, meno produzione da parte delle imprese, più licenziamenti, meno reddito, più povertà". "Possiamo farcela" - Silvio poi ripete quanto spiegato lunedì 8 ottobre al direttore di Libero, Maurizio Belpietro: "Se i moderati si uniranno sarannno di nuovo la maggioranza del Paese e vinceranno le elezioni. Se invece andranno divisi al voto, l'antipolitica potrà pescare tra i delusi e la maggioranza andrebbe alla sinistra". Ma affinchè i moderati vincano, spiega nei giorni degli scandali che stanno travolgendo il Pdl, è necessario rinnovarsi soprattutto dal punto di vista morale: "Noi vogliamo mettere in campo un programma di sostegno alle imprese e alle famiglie e di sviluppo del lavoro. Per riuscirci - insiste il Cav - dovremo non solo rinnovare, ma rifondare l'area politica dei moderati e dei riformatori, un deciso rinnovamento morale per tornare alla politica come servizio, come vocazione e non come strumento di mera affermazione personale". L'appello ai moderati - Quindi Berlusconi ribadisce "il mio appello all'unità" che viene "rivolto a tutti i moderati che dal 1948 rappresentano la maggioranza degli italiani: nessuna componente dell'area moderata, neppure la più piccola, deve sentirsi esclusa". Berlusconi non vuole lasciare nulla di intentato e sottolinea come "oggi sottrarre al centrodestra anche un solo voto sarebbe un errore imperdonabile, che non possiamo ripetere". Architettura costituzionale - Nel suo intervento, il Cavaliere riprende poi un vecchio cavallo di battaglia e ribadisce la necessità di "una modifica dell'architettura istituzionale dello Stato". Per Berlusconi serve "un radicale ammodernamento della Costituzione per dare poteri effettivi al premier, consentendogli di fare il suo mestiere, cioè decidere la sorte della sua compagine governativa e di governare anche con l'uso dei decreti legge". Inoltre è necessaria "una modifica del bicameralismo perfetto e dell'elezione diretta del Presidente della Repubblica".  Sulla Corte Costituzionale - L'ex premier riserva poi una battuta sulla necessità di "nuove norme per recuperare lo spirito della costituente e riportare la Corte Costituzionale ad essere un'istituzione di garanzia al di sopra delle parti, e non uno strumento della lotta politica". Berlusconi vuole prendersi la responsabilità di riformare la consulta e spiega che "spetta a noi difendere la libertà, ripristinare la democrazia e - ribadisce - sconfiggere la sinistra. Insieme - ha concluso il Cavaliere - sono convinto che ce la faremo".

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