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Mutui, spese e disabili: ecco gli sgravi tagliati

Grazie a Monti brutte sorprese nella prossima dichiarazione dei redditi: la riduzione di detrazioni e deduzioni potrebbe costarci 2 miliardi

Giulio Bucchi
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  di Francesco De Dominicis Per le (brutte) sorprese bisogna aspettare il «730». Perché sarà compilando la prossima dichiarazione dei redditi - a casa, davanti al proprio commercialista o in un Caf -   che i cittadini  si accorgeranno della fregatura rifilata, in piena notte, dal Governo di Mario Monti con lo scambio Irpef-Iva. Anche se ieri il ministro Grilli precisava: «Non è un decreto   ma un disegno di legge: dunque per definizione siamo disponibili  al confronto» per eventuali modifiche. Per le famiglie italiane il 2013, insomma, «regalerà» un'altra stangata fiscale. Stiamo parlando delle misure contenute nella legge di stabilità (o finanziaria) che prevedono la riduzione delle due aliquote più basse dell'imposta sui redditi (dal 23 al 22% fino a 15mila euro e dal 27 al 26% fino a 28mila euro) e il contestuale ritocco all'insù dell'Iva (dal 10 all'11% e dal 21 al 22%). Uno scambio nel quale l'aggravio Iva (calcolato da diversi centri studi e associazioni) vale circa 7 miliardi di euro e l'abbattimento Irpef più o meno 5 miliardi. Risultato: botta da 2 miliardi sui contribuenti. Ma veniamo al «730»: il rischio è di vedere evaporare  altri 2 miliardi  di agevolazioni, fino a oggi riconosciute a una platea assai ampia: quasi 15 milioni di persone. Il totale della stangata, così, potrebbe arrivare attorno a quota 4 miliardi. Il Governo, insomma, è andato a testa bassa e  ha messo mano alle cosiddette tax expenditure, cioè alla giungla di sconti e sgravi che consentono di recuperare, con la dichiarazione dei redditi, una parte delle imposte versate l'anno precedente e prelevate dal datore di lavoro direttamente in busta paga (salvo gli autonomi).     Leggi l'articolo integrale di Francesco De Dominicis su Libero in edicola oggi, venerdì 12 ottobre    

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