Nel Pd volano stracciFassina: Monti è da rottamareLetta: è in contrasto col partito
Il responsabile economico dei democratici scrive sul Foglio: non ci sarà alcuna ripresa, la replica del vice segretario: ha passato il segno
"L'agenda Montì, così acclamata e così poco compresa da Matteo Renzi&C, non funziona. Non per colpa di Monti". Lo scrive Stefano Fassina in un lungo articolo sul Foglio dal titolo 'Rottamare l'Agenda Monti "Il presidente Monti si è trovato, da un lato, vincolato dall'agenda conservatrice europea e, dall'altro, costretto a confermare gli impegni ancor più restrittivi, sottoscritti per deficit di credibilità politica, dal governo Berlusconi-Bossi-Tremonti", dice Fassina che aggiunge: "Oggi l'Agenda Monti per cultura politica e economica e interessi materiali in essa prevalenti è meno adatta ad affermare le priorità della fase (lasciamo stare le imitazioni improvvisate in concorso nelle primarie del centrosinistra: sono imbarazzanti rispetto alla qualità dell'originale). Ma, soltanto la propaganda strumentale può leggere nella proposta correzione di rotta la volontà di smontare gli interventi degli ultimi mesi. Aggiustamenti vanno fatti (sugli esodatì e sugli squilibrati assetti degli ammortizzatori sociali nella Legge Fornero)". La replica di Letta "Con l'intervento di oggi pubblicato sul Fogli Stefano Fassina, si è passato il segno". Lo scrive sul suo blog il vice segretario del Pd Enrico Letta. "Tra tante analisi di sistema, più o meno condivisibili, vi è una inaccettabile conclusione che appare in stridente contraddizione con tutto ciò che di positivo il Partito democratico ha fatto in questi mesi, sostenendo il governo Monti o contribuendo a correggerne gli errori. Un governo che ha restituito credibilità e decoro all'Italia e ha permesso la fine della lunga esperienza berlusconiana - prosegue Letta-. Le tesi espresse nell'articolo contro l'agenda Monti sono smentite nella realtà dall'impostazione che il Pd ha sposato e dalle scelte che Bersani ha compiuto, da ultimo anche con il chiarissimo, e ineccepibile, intervento in Assemblea nazionale". Prosegue: "Nei fatti, in Parlamento e nel Paese, il Partito democratico e il suo segretario si sono dimostrati determinanti per il sostegno a questi dieci fondamentali mesi di attività dell'esecutivo. Noi abbiamo voluto per primi Monti, caricandoci anche responsabilità non nostre. Noi rivendichiamo la giustezza di quella scelta. La condivisione profonda di quanto è stato compiuto e la necessità di una continuità programmatica nel prossimo governo è sancita, peraltro, dalle conclusioni della Carta d'intenti, ribadite e votate dall'Assemblea di sabato all'unanimità", sottolinea il vice sgeretario del Pd. L'affondo del vicesegretario Per il vice segretario del Pd, "è chiaro, a chi è dotato di buon senso e responsabilità, che qualunque primo ministro si candidi a succedere a Monti dovrà farlo in continuità con Monti stesso, per avere stabilità, far evolvere le politiche economiche italiane, far uscire definitivamente il Paese dalla crisi. Con le tesi espresse nel pezzo di Fassina un presidente del Consiglio, quale che sia, durerebbe in carica i giorni che intercorrono tra il suo insediamento e la prima asta dei titoli di Stato". "Il Partito democratico ha agito e assunto impegni diversi da quelli delineati dall'articolo uscito oggi sul Foglio. E Bersani è sempre stato inequivocabile da questo punto di vista. Motivo per tanti di noi determinante per appoggiarlo convintamente alle primarie del centrosinistra. Primarie che son certo vincerà, nonostante Fassina”, conclude Letta. .