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La Lega litiga con Formigonie apre al nuovo Tremonti

Roberto Maroni e Giulio Tremonti

Il governatore: "I padani vogliono riforme su sanità e agricoltura, ma gli assessori sono loro". Maroni: "Finita la fase di transizione. Siamo incuriositi da Giulio"

Andrea Tempestini
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"In attesa di capire con chi allearsi in vista delle prossime Politiche (dipenderà dalla legge elettorale e dall'evoluzione delle tensioni nel Pdl), la nuova Lega di Roberto Maroni insiste su un vecchio cavallo di battaglia. È quello della rivolta fiscale. È un tasto battuto con insistenza anche domenica a Venezia, dove la partecipazione dei militanti ha rincuorato il segretario federale. La battaglia contro tasse e vincoli fiscali, dicevamo, è un grande classico dei menu lumbard. Però, rispetto al passato, c'è una novità. Non sarà più il cittadino a sfidare lo Stato, dando disdetta alla Rai o seguendo un vademecum per rimandare i pagamenti. Questa volta - e Maroni fa capire sarà quella buona - ci metteranno la faccia i sindaci. Violando il patto di stabilità, il vincolo che impone un tetto agli investimenti. E che tra poco sarà esteso anche ai Comuni più piccoli, col rischio di togliergli l'ossigeno", spiega Matteo Pandini su Libero in edicola oggi. Lumbard in fermento, dunque. Ma non soltanto per le idee e per il programma, ma anche per le possibili future alleanze. E il "laboratorio" potrebbe essere la Regione Lombardia, dove la tensione tra il Carroccio e Roberto Formigoni è schizzata alle stelle. Il governatore accusa la Lega: "I padani vogliono le riforme su sanità e agricoltura, ma gli assessori sono loro". E il segretario federale, Roberto Maroni, risponde: "E' finita la fase di transizione. E siamo incuriositi dal movimento di Giulio Tremonti...". Leggi l'approfondimento su Libero in edicola oggi, martedì 9 ottobre

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