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La Bindi sogna il Quirinale

Rosy Bindi

Lucia Esposito
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Nella faida del Pd che ha assunto toni ancora più forti dopo l'assemblea per le primarie di sabato 7 ottobre, Rosy Bindi è tra le anti-renziani più agguerrite. Lei, da ventitré anni in politica, eletta al Parlamento europeo con la Democrazia cristiana nel 1989, non ha nessuna intenzione di essere rottamata dal sidaco di Firenze come un ferro vecchio. Intervistato da Lucia Annunziata nella trasmissione in 1\2 ora, la presidente dei democratici ha detto che Renzi in qualche modo rappresenta la maggioranza silenziosa e ormai chiassosa all'insegna del "tutti uguali e tutti a casa". E ha aggiunto: "Fare una campagna senza riuscire a dire niente sul futuro dell'Italia è una mossa di comunicazione molto furba, ma non risolve i problemi del Paese, anzi li aggrava", ha assicurato.   E di questo, ha sottolineato, "noi non abbiamo paura, ma  questo messaggio è berlusconiano. Berlusconi è riuscito a rendere tutti gli italiani e la classe politica del Paese corresponsabile dei disastri che ha fatto lui".  Rosy Bindi non ha dunque nessuna intenzione di mettersi in panchina. Non lo dice apertamente ma ha in mente un progetto molto ambizioso: il Colle. Non sarebbe interessata al posto di vicepremier, e anche di presidente della Camera tanto meno si accontenterebbe di un ministero: lei ambisce al Quirinale. Un pensiero che avrebbe confidato ad alcuni amici e che starebbe accarezzando da tempo. E forse, proprio alla luce di questo suo desiderio, va riletto un passaggio della sua intervista a Lucia Annunziata sulla possibilità in caso di sconfitta di sostenere Mario Monti. "Lavoro perchè il centrosinistra vinca le elezioni, possibilmente con Bersani candidato alla presidenza del Consiglio, non per archiviare l'Agenda Monti ma per andare oltre. Ma quando Monti ha detto che è disponibile mi sono sentita sollevata". 

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